di David Fiorentini
Il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha condannato Hamas a risarcire 38 milioni di NIS (11,8 milioni di dollari) alle famiglie dei tre ragazzi rapiti e uccisi nel 2014.
Naftali Fraenkel, 16 anni, Gilad Shaar, 16 anni, e Eyal Yifrach, 19 anni, furono rapiti dai terroristi di Hamas la notte del 12 Giugno 2014, mentre facevano l’autostop in Cisgiordania a sud di Gerusalemme. I loro corpi sono stati scoperti il 30 Giugno, a Halhul, vicino Hebron, dopo una ricerca durata ben 18 giorni, e dalle autopsie è emerso che furono uccisi poche ore dopo il rapimento. L’evento, insieme al successivo omicidio dell’adolescente palestinese Muhammed Abu Kdheir da parte di estremisti israeliani, è stato il casus belli del conflitto durato 50 giorni tra Israele e Hamas, iniziato l’8 Luglio 2014.
L’organizzazione per i diritti civili Shurat HaDin, che ha rappresentato le tre famiglie, ha fatto appello alla sentenza, considerando inadeguata la somma indicata dai giudici. Inizialmente, infatti, l’ente israeliano aveva intentato una causa per oltre 520 milioni di NIS. “Non è così che si dissuade un’organizzazione terroristica con un budget di miliardi di dollari, che continua a uccidere ebrei e a sparare contro i civili israeliani”, ha dichiarato l’ente.
Shurat HaDin sostiene inoltre che questa sentenza sminuisca pesantemente la vita delle vittime. L’organizzazione ha fatto notare come i tribunali statunitensi abbiano sentenziato centinaia di milioni di dollari di risarcimento alle vittime del terrorismo, implicando dunque che anche alle famiglie dei tre ragazzi sia giusto riconoscere un’indennità simile.
Nitzana Darshan-Leitner, Presidente di Shurat HaDin, ha dichiarato: “Non è possibile che il tribunale israeliano attribuisca all’organizzazione terroristica che ha finanziato, pianificato ed eseguito l’orribile attacco, una sentenza che concede un decimo dell’importo della richiesta di risarcimento. Danneggerà fatalmente la deterrenza israeliana e le misure per sradicare il terrorismo per vie economiche”.
Quando la causa era stata presentata, le famiglie avevano riferito che essa aveva il preciso scopo di impedire all’Autorità Palestinese, che amministra parte della Cisgiordania, di trasferire denaro a Hamas.
L’accusa citava uno studio condotto da un ex funzionario del COGAT, l’unità del Ministero della Difesa incaricata di mantenere i contatti con i palestinesi, che rivelava movimenti tra i 50 e i 100 milioni di dollari al mese dall’Autorità Palestinese a Hamas.
“Questa è una causa che crea un precedente. – ha continuato l’avvocato Darshan-Leitner – Per la prima volta i fondi dell’Autorità Palestinese saranno confiscati per un attacco terroristico compiuto da Hamas. Se l’Autorità Palestinese si rifiuterà di onorare l’ordine di pignoramento, e continuerà a finanziare Hamas, chiederemo che l’importo del risarcimento sia prelevato dai contributi che lo Stato d’Israele trasferisce all’Autorità Palestinese”.
Nel 2019, le entrate fiscali trasferite all’Autorità Palestinese da Israele rappresentavano circa il 60% del bilancio palestinese.