Hezbollah colpisce il Nord di Israele: Strage di bambini in un campo da calcio

Israele
Majdal Shams  (Hassan Shams/AP)

 

 

di Sofia Tranchina

Dal 7 ottobre, i bombardamenti di Hetzbollah dal Libano non sono mai cessati, costringendo all’evacuazione oltre 80.000 israeliani, facendo morti e feriti e causando vasti incendi. Ma ieri hanno toccato il punto estremo con l’attacco a Majdal Shams, dove sono morti 12 bambini e ragazzi che giocavano, oltre 30 i feriti. Hetzbollah (e l’Iran) vuole l’escalation

 

Tra le vittime Alma Ayman Fakher Eldin, 11; Milad Muadad Alsha’ar, 10; Vinees Adham Alsafadi, 11; Iseel Nasha’at Ayoub, 12; Yazan Nayeif Abu Saleh, 12; Johnny Wadeea Ibrahim, 13; Ameer Rabeea Abu Saleh, 16; Naji Taher Alhalabi, 11; Fajer Laith Abu Saleh, 16; Hazem Akram Abu Saleh, 15; Nathem Fakher Saeb, 16

 

 

Ciao mamma, vado a giocare a calcio. Ci vediamo più tardi. O forse no. Forse non ci vediamo più. Forse non torno più a casa e questo pomeriggio verrai al cimitero a seppellirmi.

Perché questa è la realtà in Israele, specialmente nelle terre più a nord, vicine al confine, verso cui Hezbollah – gruppo terroristico sciita che occupa illegalmente il Libano meridionale – ha lanciato migliaia di munizioni dall’8 ottobre.

 

Così, sabato 27 luglio, un Falaq-1 iraniano con una testata di oltre 50 chilogrammi di esplosivo ha colpito il villaggio druso di Majdal Shams, sulle alture del Golan, uccidendo 12 bambini e adolescenti che si allenavano in un campo da calcio. Si tratta dell’attacco più mortale dal 7 ottobre.

 

Le sirene hanno suonato, ma, come spesso accade vicino al confine, tra quando le sirene suonano e quando il razzo colpisce passano solo pochi secondi, un minuto al massimo: un tempo insufficiente per mettersi al riparo.

 

I soccorritori del Magen David Adom hanno descritto scene di carneficina sanguinosa e brandelli di corpi. Il residente druso Zola Abu Salah ha raccontato alla radio militare: «Stiamo parlando di 12 bambini al cimitero in un giorno. C’è tristezza, c’è disastro, c’è tragedia, e poi c’è quello che è successo ieri a noi».

 

Delle 12 vittime, i nomi di 11 sono stati resi pubblici:

  • Milad Muadad Alsha’ar, 10 anni
  • Alma Ayman Fakher Eldin, 11 anni
  • Vinees Adham Alsafadi, 11 anni
  • Naji Taher Alhalabi, 11 anni
  • Iseel Nasha’at Ayoub, 12 anni
  • Yazan Nayeif Abu Saleh, 12 anni
  • Johnny Wadeea Ibrahim, 13 anni
  • Hazem Akram Abu Saleh, 15 anni
  • Ameer Rabeea Abu Saleh, 16 anni
  • Fajer Laith Abu Saleh, 16 anni
  • Nathem Fakher Saeb, 16 anni

Inoltre, lo Ziv Medical Center di Safed ha dichiarato di aver ricoverato 32 feriti, alcuni in condizioni gravi.

 

Hezbollah ha inizialmente rivendicato una raffica di razzi Katyusha e di un razzo pesante Falaq contro Israele come risposta all’eliminazione da parte di Israele di un agente della forza d’élite Radwan dell’organizzazione terroristica.

Anche Tasnim News, l’outlet del regime islamico iraniano – che finanzia e sostiene Hezbollah -, ha inizialmente pubblicato la notizia celebrando la morte di “una decina di sionisti”.

Ma i drusi non sono sionisti, bensì un gruppo etnoreligioso arabo propaggine dell’Islam sciita, e appena si è saputa l’appartenenza drusa delle vittime Hezbollah ha rinnegato ogni responsabilità: «La Resistenza islamica non ha alcun legame con questo incidente», ha dichiarato.

 

Secondo alcuni, Siria occupata, per altri, Palestina occupata, le alture del Golan sono state conquistate da Israele durante la guerra dei sei giorni nel 1967 e annesse ufficialmente nel 1981. Tra gli arabi non c’è un vero consenso su chi debbano appartenere quelle terre, ma solo sul fatto che, lì come altrove, Israele non dovrebbe esistere. E per questo, nonostante metà della popolazione sia araba, le milizie di Hezbollah continuano a colpire l’area.

 

Un’analisi dell’IDF indica che il razzo che ha colpito Majdal Shams è stato lanciato da un’area situata a nord del villaggio di Chebaa, nel Libano meridionale.

 

Il colonnello Avichay Adraee ha identificato il direttore dell’attacco nel comandante libanese Ali Muhammad Yahya: «Nonostante i suoi tentativi di negarlo, Hezbollah è responsabile del massacro di Majdal Shams e dell’uccisione di bambini e ragazzi nel campo di calcio». Hagari, il portavoce dell’IDF, ha avvalorato tali dichiarazioni: «La nostra intelligence è chiara: Hezbollah è responsabile dell’uccisione di bambini innocenti, e ancora una volta la brutalità di Hezbollah come organizzazione terroristica è stata esposta».

 

Preoccupato per le ritorsioni previste, il governo libanese ha condannato pubblicamente «tutti gli attacchi di violenza contro i civili, palese violazione del diritto internazionale, contraria ai principi dell’umanità», e ha chiesto «una cessazione immediata delle ostilità su tutti i fronti».

 

Il leader spirituale della comunità drusa in Israele, Sheikh Mowafaq Tarif: “Siamo profondamente scioccati per il terribile massacro nell’orribile attacco terroristico. Uno stato governato dallo stato di diritto non può permettersi di mettere in pericolo i propri cittadini. Finora Israele ha cercato di non reagire ma è stata superata ogni possibile linea rossa e nera”.
Le sue parole sono destinate a generare solidarietà tra i drusi in Libano.
Circa 150.000 drusi vivono in tutto Israele, 25.000 dei quali sulle alture del Golan, 10.000 dei quali vivono a Majdal Shams. Ci sono quattro villaggi drusi sulle alture del Golan.

 

L’attacco di sabato fa ulteriormente leva sul già preponderante malcontento della popolazione del nord di Israele, che percepisce il governo come incapace di garantire la sicurezza dei cittadini, anche dopo nove mesi di combattimenti. Il disordine interno al Paese che spinge per le dimissioni di Netanyahu è peraltro uno degli obiettivi della Repubblica Islamica, la cui stabilità è minacciata da una probabile coalizione del premier israeliano con Trump, qualora rieletto.

 

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano ha condannato l’attacco e ribadito il sostegno a Israele in una dichiarazione scritta alla CNN:

«Israele continua ad affrontare gravi minacce alla sua sicurezza, come il mondo ha visto oggi, e gli Stati Uniti continueranno a sostenere gli sforzi per porre fine a questi terribili attacchi lungo la Blue Line, che deve essere una priorità assoluta. Il nostro sostegno alla sicurezza di Israele è ferreo e incrollabile contro tutti i gruppi terroristici sostenuti dall’Iran, incluso Hezbollah libanese».

 

Appreso l’accaduto, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che si trovava negli Stati Uniti, ha ordinato di anticipare il suo ritorno in patria. In una telefonata con lo sceicco Tarif – leader spirituale della comunità drusa israeliana – ha promesso che Hezbollah «pagherà un alto prezzo per questo grave incidente, più di quanto non abbia mai pagato: agiremo di conseguenza».

 

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha condannato l’attacco come un «terribile e scioccante disastro» e ha giurato che Israele avrebbe difeso i suoi cittadini: «Non ci sono parole che possano confortare le famiglie delle giovani vittime che hanno perso la vita senza alcuna colpa».

 

Anche il ministro degli Esteri Katz ha promesso che Hezbollah, che ha oltrepassato tutte le linee rosse, avrebbe ricevuto una risposta adeguata: «Un paese civile non può permettere che i suoi cittadini e residenti continuino a subire danni. Questa è stata la realtà per nove mesi nelle comunità del nord. Ci stiamo avvicinando al momento di una guerra su vasta scala con Hezbollah e il Libano».

 

L’esercito ha infatti affermato che durante la notte l’aeronautica israeliana ha colpito una serie di obiettivi terroristici di Hezbollah sia nel profondo del territorio libanese che nel Libano meridionale, tra cui depositi di armi e infrastrutture terroristiche nelle aree di Chabriha, Borj El Chmali e Beqaa, Kfarkela, Rab El Thalathine, Khiam e Tayr Harfa.

 

 

 

Il municipio di Tel Aviv illuminato con la bandiera drusa