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Il 2014 avrà un primato: registrerà il più alto numero di ebrei italiani emigrati in Israele negli ultimi 40 anni. Dovrebbero essere a fine anno – come l’andamento fino allo scorso ottobre indica – circa 300 persone, ovvero ben oltre l’1% di tutti gli ebrei che vivono in Italia.
A rivelarlo è il demografo italo-israeliano Sergio Della Pergola, che con l’Ansa parla di «fenomeno non marginale». Ovviamente sono piccoli numeri visto – ha spiegato – che la
popolazione ebraica (iscritta alle Comunità) in Italia si assesta in tutto intorno alle 25 mila unità, tuttavia di grande impatto dal punto di vista demografico.
I motivi di questa emigrazione sono, a giudizio di Della Pergola, essenzialmente due, entrambi ascrivibili nella categoria del «disagio». Il primo è quello dovuto alla crisi economica che investe tutti gli italiani. Il secondo è «politico», dovuto agli aspetti legati al pregiudizio e all’antisemitismo nei media, in internet, in vasti settori del parlamento ed endemico.
«Va dato atto al governo italiano – ha sottolineato il demografo – di avere avuto sempre posizioni chiare al riguardo, a partire dal presidente Napolitano. Non è quindi la classe politica che è da additare, quanto piuttosto il meccanismo nel quale si salda il vecchio antisemitismo con il nuovo, legato al rapporto tra ebrei e Israele». «Intendiamoci – ha aggiunto – nulla di paragonabile alla Francia, dove vivono 480 mila ebrei e dove la situazione è degenerata fino al pericolo fisico. In Italia il numero delle aggressioni è vicino allo zero, ma il disagio c’è».
Se i dati saranno confermati – e tutto fa pensare questo – il 2014 sarà uno dei picchi di emigrazione (a parte il periodo della nascita dello Stato di Israele) degli ultimi 65 anni:
forse il quinto o sesto risultato dopo i record del 1970 (330 immigrati) e del 1971 (309). «Ma quelli – ha aggiunto Della Pergola – erano gli anni che seguivano la Guerra dei Sei Giorni, le cui ricadute hanno prodotto un’atmosfera problematica per gli ebrei in molti Paesi europei. Ora non c’è nulla di tutto questo: non ci sono state guerre né altro, però prevale il disagio di cui si parlava».
In base ai dati, ad emigrare maggiormente sono le fasce socialmente più disagiate della comunità. Ma c’è un altro dato che, a giudizio di Della Pergola, rivela l’onda lunga dell’emigrazione ebraica italiana in Israele che è in risalita dal 2002: «Da quest’anno il questionario per il test di ammissione per alcune università israeliane è stato proposto anche in italiano e l’80% dei giovani ebrei italiani lo ha compilato. Un andamento fortemente indicativo, visto che l’attuale tasso di natalità degli ebrei italiani produce circa 200 diciottenni ogni anno. Di questi, quest’anno sono stati circa 180 quelli che hanno partecipato, quasi un’intera generazione».
Anche in questo caso pesa in modo consistente la mancanza di sbocchi lavorativi in Italia, ma anche «l’opzione in più che rappresenta per i giovani ebrei italiani Israele, che offre molte più possibilità».
Un anno importante per l’aliyà italiana era stato il 2012, con circa 200 persone immigrate dal nostro Paese.