di Francesco Paolo La Bionda
I ministri degli Esteri di Israele, Egitto, Emirati, Marocco, Stati Uniti e Bahrein si sono riuniti in qualità di Comitato Direttivo del “Summit del Negev” a Manama, capitale bahreinita, lunedì 27 giugno.
La riunione ha dato seguito al primo incontro tenutosi esattamente tre mesi prima nel kibbutz Sde Boker, nel deserto del Negev, con l’obiettivo di trasformarlo in un forum da ripetersi con cadenza annuale. Nel corso della nuova riunione, i diplomatici hanno formalizzato gli impegni presi in precedenza e hanno stabilito come opereranno i sei gruppi di lavoro, dedicati a sicurezza regionale, sicurezza idrica e alimentare, energia, salute, educazione e tolleranza.
Per Israele, che manterrà la presidenza del forum fino alla prossima riunione, erano presenti il diplomatico Oded Joseph e il Direttore generale del ministero degli Esteri Alon Ushpiz.
La partecipazione della delegazione statunitense è particolarmente significativa in vista del viaggio diplomatico del presidente statunitense Biden in Israele, nei territori palestinesi e in Arabia Saudita, che si svolgerà tra il 13 e il 16 luglio prossimi.
La Giordania, invitata, ha declinato di prendere parte alla riunione, ma le sarà data nuovamente l’opportunità il prossimo anno. Assenti anche i sauditi, che secondo le fonti avrebbero comunque seguito da vicino i lavori.
Alleanze regionali sempre più strategiche per fronteggiare l’Iran
Sebbene non sia stato esplicitamente menzionato, l’Iran è stato il convitato di pietra dell’incontro. La crescente minaccia del regime di Teheran alla stabilità regionale è uno dei principali fattori ad aver favorito il riavvicinamento tra Israele e i paesi arabi.
Il 20 giugno il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz aveva annunciato l’ingresso del paese nella Middle East Air Defense Alliance (MEAD), un network di difesa aerea promosso dagli Stati Uniti che include anche paesi arabi.
Quattro giorni dopo, il re di Giordania Abdullah II si era addirittura spinto a dichiararsi favorevole alla formazione di un’alleanza militare tra lo Stato Ebraico e gli alleati arabi su modello dello NATO.
La cooperazione con i vicini regionali per favorire la pace tra Israele e i palestinesi
Il comunicato stampa rilasciato a margine dell’evento afferma che lo sviluppo delle relazioni tra lo Stato ebraico e i suoi vicini “può essere sfruttato per rilanciare le relazioni israelo-palestinesi, verso una risoluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese e come sforzo ulteriore per il raggiungimento di una pace completa, equa e permanente”.
La nota spiega inoltre che i progetti promossi dai gruppi di lavoro andranno a beneficio di tutti gli abitanti della regione e saranno incluse “iniziative che rafforzeranno l’economia palestinese e miglioreranno la qualità di vita dei palestinesi”.