Ebrei ucraini arrivano in Israele

In aumento l’Aliyà dopo il 7 ottobre. Il ritorno degli ebrei della diaspora in Israele

Israele

di Redazione
Il 7 ottobre 2023 è una data che ha segnato un profondo cambiamento per molti ebrei della diaspora. In seguito all’attacco terroristico di Hamas, un numero crescente di ebrei ha deciso di fare Aliyà, ossia di emigrare in Israele che continua a essere un faro di speranza e un punto di riferimento per molti ebrei in tutto il mondo. Questo fenomeno ha visto un’accelerazione senza precedenti negli ultimi mesi nonostante la guerra in corso e la mancanza di sicurezza, dimostrando un impegno incrollabile nei confronti dello Stato di Israele.

Gli eventi turbolenti e drammatici post 7 ottobre, hanno innescato un senso di urgenza e una rinnovata connessione con Israele per molti ebrei sparsi per il mondo. Dagli Stati Uniti alla Francia e non solo, a partire dalla Gran Bretagna dove dall’inizio del 2024 si è registrato un aumento del 40% di nuovi Olim in Israele. Tra di loro famiglie con bambini, studenti, giovani che cercano di arruolarsi nell’IDF e anziani.

Le motivazioni che spingono a fare Aliyà sono dettate da diversi fattori. In primis la sicurezza e la stabilità. Gli attacchi antisemiti, le discriminazioni nelle università e le minacce alla sicurezza personale, hanno spinto molti ebrei a cercare un rifugio in Israele, considerato un luogo più sicuro e protetto.

La decisione di fare Aliyà spesso deriva anche da un forte senso di identità e appartenenza. Dopo il 7 ottobre, molti ebrei hanno riscoperto un legame emotivo e spirituale con Israele, sentendo il bisogno di vivere in un Paese che considerano la loro vera casa. Il 7 ottobre ha risvegliato in molti la consapevolezza che questa è la loro unica patria, e vogliono essere in prima linea nella storia ebraica mentre si svolge. Non vogliono solo stare dalla parte di Israele. Vogliono restare in Israele.

Non ultimi i fattori politici ed economici: gli sviluppi politici ed economici in diverse parti del mondo hanno influenzato la decisione di alcuni a emigrare spingendo le persone a cercare nuove opportunità in Israele.

Qualche esempio? Le cronache degli ultimi mesi rivelano come questo fenomeno sia in costante crescita nonostante la guerra e la drammatica questione degli ostaggi. Un recente articolo del Jerusalem Post racconta la storia di 300 ebrei americani più che mai determinati a fare Aliyà. Il 29 maggio, da mezzogiorno alle 21, single, giovani sposi (alcuni in attesa del primo figlio), famiglie con bambini, coppie anziane si sono recati in un hotel a Teaneck, nel New Jersey (la posizione esatta non è stata comunicata per motivi di sicurezza), per l’evento Aliyah-in-One di Nefesh B’Nefesh (NBN), pensato per rendere l’imminente Alià dei partecipanti più agevole.

Questo evento è stato organizzato dalla NBN in collaborazione con il Ministero israeliano dell’Alià e dell’Integrazione, l’Agenzia Ebraica per Israele, Keren Kayemeth LeIsrael e JNF-USA. NBN riferisce di aver ricevuto oltre 9.700 richieste di apertura di pratiche relative all’Aliyà dal 7 ottobre, ovvero un aumento del 76% rispetto al periodo corrispondente dell’anno scorso (ovvero dal 7 ottobre 2022 a metà maggio 2023).

Marc Rosenberg, vicepresidente della NBN per i partenariati della diaspora, è soddisfatto e ottimista del crescente interesse per l’Aliyà e osserva che le persone «arrivano nonostante l’incertezza, le restrizioni e i problemi con i voli». Ha inoltre dichiarato che gli americani ora si stanno trasferendo in Israele principalmente per ragioni ideologiche, anche se alcuni arrivano anche per ragioni pratiche.

Impatti sulla Società Israeliana

L’afflusso di nuovi immigrati ha diversi impatti sulla società israeliana. Da un lato, arricchisce il tessuto culturale e sociale del Paese, portando nuove competenze e prospettive. Dall’altro, crea sfide in termini di integrazione e adattamento. Come osservano gli esperti, è essenziale che la società israeliana continui a sviluppare politiche inclusive e programmi di supporto per garantire che i nuovi arrivati possano contribuire pienamente e sentirsi parte della comunità. Lo Stato di Israele, che deve le sue solide basi principalmente alle ondate storiche dell’Alyià, prospera proprio grazie al capitale umano, culturale e professionale portato dai nuovi immigrati.

Il Processo di Aliyà

Fare Aliyà non è un processo semplice e richiede una pianificazione accurata e il rispetto di determinate procedure legali. Le organizzazioni come l’Agenzia Ebraica per Israele forniscono supporto e assistenza ai nuovi immigrati, aiutandoli a integrarsi nella società israeliana.

Documentazione: I candidati devono fornire documenti che attestino la loro identità e la loro discendenza ebraica. Questo può includere certificati di nascita, documenti religiosi e altri attestati.

Supporto Logistico: Le organizzazioni per l’Aliyà offrono assistenza con il trasporto, l’alloggio e la ricerca di lavoro. Inoltre, ci sono programmi di integrazione culturale e linguistica per facilitare l’adattamento alla vita in Israele.

Incentivi Governativi: Il Governo israeliano offre vari incentivi per incoraggiare l’Aliyà, tra cui sussidi economici, agevolazioni fiscali e accesso a servizi pubblici.

Sono diverse le organizzazioni che a promuovono l’immigrazione in Israele. Una fra tutte è Belong, la prima azienda privata nata 10 anni fa dal suo fondatore, l’imprenditore Gilad Ramot. Il 7 ottobre e la guerra che ne è seguita hanno generato un senso di urgenza all’interno dell’azienda, dovuta alla preoccupazione per la sicurezza e all’aumento dell’antisemitismo globale.

Come risaputo, l’Aliyà è un importante concetto della cultura ebraica e anche una componente fondamentale del sionismo. È sancito dalla Legge del ritorno israeliana, che riconosce a qualsiasi ebreo (considerato tale dalla halakhah o dalla legge secolare israeliana) e ai non ebrei idonei (figlio e nipote di un ebreo, coniuge di un ebreo, coniuge di un figlio di un ebreo e coniuge di un nipote di un ebreo) il diritto legale all’immigrazione assistita e all’insediamento in Israele, nonché alla cittadinanza israeliana.