di Francesco Paolo La Bionda
A due anni dagli Accordi di Abramo, le autorità israeliane ed emiratine hanno tenuto incontri celebrativi in onore dello storico accordo.
Il ministero degli Esteri dello stato arabo, lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, è arrivato il 15 settembre nello Stato ebraico. Il presidente dello Stato ebraico Isaac Herzog ha accolto l’ospite ad un pranzo ufficiale. Herzog ha definito gli Accordi di Abramo “un cambiamento di paradigma in Medio Oriente, che dà spazio a nuove voci, che dipinge nuovi orizzonti per i nostri figli e il loro futuro e che è una celebrazione della vita e del cambiamento”. Bin Zayed ha anche consegnato a Herzog una lettera del presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
Nel corso dell’evento, Herzog ha annunciato di volersi recare in visita in Bahrein, l’altro firmatario originario del trattato, “per rafforzare la cooperazione tra le nazioni, per il bene della pace, della prosperità e del successo dell’intera regione”.
Il giorno seguente al suo arrivo, il ministro emiratino ha visitato lo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme. Firmando sul libro dei visitatori, il dignitario ha scritto “Sono qui oggi per ricordare le lezioni che la storia ci insegna e la grande responsabilità che abbiamo di agire con tolleranza per sviluppare la nostra comunità e la nostra società. Dobbiamo compiere un passo coraggioso e costruire un ponte di vera pace per le generazioni future”.
Successi e ostacoli lungo il percorso per allargare la pace
Dopo i due stati del Golfo, è stato il Marocco il primo paese arabo a unirsi agli Accordi di Abramo a dicembre 2020. Un mese dopo anche il Sudan, in cui nel 2019 il dittatore islamista e antisemita al-Bashīr era stato deposto, ha annunciato di voler normalizzare le relazioni con Israele.
Ma mentre la monarchia di Rabat si è rivelata sincera nella sua volontà di dare una svolta ai rapporti con lo Stato ebraico, è apparso chiaro che Khartoum fosse motivata più che altro dalla volontà di ricevere aiuto finanziario dagli Stati Uniti. Aiuti che a maggio 2022 sono stati sospesi da Washington proprio in ragione della mancata attuazione del riavvicinamento diplomatico con Gerusalemme da parte del paese africano.
Ciononostante, durante il ricevimento per bin Zayed il presidente israeliano Herzog si è detto ottimista per il futuro, affermando di aver tenuto colloqui positivi con alti ufficiali sudanesi, e si è spinto a dirsi speranzoso di poter un giorno siglare un accordo di pace anche con i palestinesi.
I paesi arabi firmatari vedono crescere commercio e cooperazione, ma i cittadini restano diffidenti
Gli scambi commerciali e le relazioni diplomatiche tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti hanno vissuto un’impetuosa crescita dalla firma degli Accordi di Abramo. Migliaia di turisti israeliani che visitano la monarchia del Golfo, mentre l’interscambio commerciale dovrebbe superare i 2 miliardi di dollari nel 2022. “Uno dei punti salienti è stata la firma dell’accordo di libero scambio, che ha aperto la strada alla creazione di opportunità in settori economici chiave, tra cui l’energia, i servizi finanziari, il retail, l’edilizia, il turismo e tanti altri”, ha spiegato Fleur Hassan-Nahoum, vicesindaco di Gerusalemme e cofondatrice del UAE-Israel Business Council.
Anche con Bahrein e Marocco si registrano intensificazioni della cooperazione economica e militare. Tuttavia, l’atteggiamento positivo delle élite che governano questi paesi non sembra aver ancora influenzato la tradizionale ostilità a Israele dei loro popoli. Secondo il Washington Institute, in nessuno dei tre stati arabi la percentuale di cittadini con un’opinione favorevole degli accordi supera un terzo del totale.
Celebrato il più grande matrimonio ebraico degli Emirati
A dispetto degli ostacoli ancora da superare, la popolazione ebraica negli Emirati Arabi Uniti, composta da una variegata comunità di espatriati concentrati soprattutto ad Abu Dhabi e Dubai, è cresciuta fino a contare alcune centinaia di persone che, anche grazie all’Associazione delle Comunità Ebraiche del Golfo, riescono a praticare la propria vita religiosa e comunitaria.
Il 14 settembre, circa 1.500 invitati si sono radunati nella capitale Abu Dhabi per festeggiare il più grande matrimonio ebraico nella storia degli Emirati Arabi Uniti, che ha visto unirsi in matrimonio il rabbino Levi Duchman, residente nel paese ormai dal 2014, con Léa Hadad. I due sposi sono emissari del movimento Chabad.