di Sofia Tranchina
In Cisgiordania un abitante palestinese del villaggio Khirbet Yanun ha raccontato al quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, Al-Hayat Al-Jadida, che Israele addestrerebbe il bestiame a spiare i palestinesi.
Rushd Morrar, definito come l’anziano del villaggio, avrebbe – secondo quanto raccontato dal Jerusalem Post – incontrato delle mucche di allevatori israeliani nel suo terreno e avrebbe dunque «inventato una storia» su come Israele, segretamente, addestri il bestiame per spiarli.
Nonostante l’originalità della notizia, l’intervista è stata ripresa da diversi media, tra cui il Palestine Media Watch, che traduce le affermazioni di Morrar: «Questi sono bovini reclutati e addestrati. Sul collo di ogni mucca appendono un medaglione con un dispositivo di intercettazione e registrazione e talvolta telecamere, al fine di monitorare ogni dettaglio a Khirbet Yanun, grande o piccolo».
Morrar prosegue poi a raccontare come gli israeliani «rilascino mandrie di cinghiali» per distruggere i raccolti palestinesi.
Si ricorda che già in passato erano state mosse accuse contro Israele di utilizzare animali contro la popolazione araba: secondo quanto riportato, l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità palestinese Wafa nel luglio del 2008 raccontava che Israele avrebbe rilasciato un tipo di “super topo” immune al veleno a Gerusalemme: «I topi sono diventati un’arma israeliana per spostare ed espellere i residenti arabi della Città Vecchia di Gerusalemme occupata» con l’obbiettivo di «aumentare la sofferenza degli arabi».
Il portavoce del comune di Gerusalemme Gidi Schmerling aveva al tempo risposto affermando che il rapporto, redatto dal Dr Khattar, era pura finzione e non aveva alcun collegamento con la realtà. D’altronde, come notato dall’agenzia di notizie israeliana Omedia, il rapporto mancava di spiegare come i suddetti ratti sarebbero stati addestrati da Israele a distinguere tra le case degli ebrei e le case degli arabi a Gerusalemme.
(Foto: ©Sofia Tranchina)