di Francesco Paolo La Bionda
La notte del 1 agosto un blitz delle forze armate e della polizia israeliane a Jenin ha portato alla cattura di due leader del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina, noto mediaticamente anche come Jihad islamica. Durante l’operazione si è verificato un intenso scontro a fuoco in cui è rimasto ucciso un giovane miliziano.
Come riporta il The Times of Israel, gli arrestati sono Bassem al-Saadi, figura di spicco dell’ala politica dell’organizzazione terroristica, e di suo genero, tra i vertici della struttura finanziaria, entrambi ricercati. Al-Saadi ha già scontato diversi periodi di reclusione in Israele. Di recente è stato indicato, secondo fonti militari, come l’ispiratore di alcuni dei recenti attentati terroristici contro bersagli israeliani.
Allerta per il timore di ritorsioni
La Jihad islamica, che ha confermato solo il decesso del suo militante, ha già avvertito di aver attivato il suo braccio militare, le famigerate Brigate Al-Quds, mentre folle di simpatizzanti sono scese in strada a protestare sia a Jenin sia a Nablus.
Israele ha interdetto ai civili l’accesso alle aree vicine a Gaza per il timore di attacchi di ritorsione con razzi o missili. Ad Ashkelon in particolare è stato sospeso il servizio delle ferrovie, i cui convogli potrebbero essere bersagliati con munizioni anticarro. Gerusalemme ha anche temporaneamente chiuso l’unico valico tra la Striscia e lo Stato ebraico, utilizzato solitamente dai palestinesi che lavorano in territorio israeliano.
La longa manus iraniana dietro la Jihad palestinese
Nato nel 1981, il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina condivide con Hamas l’affiliazione alla Fratellanza Musulmana e il rigetto di qualsiasi soluzione negoziale con Israele. Le due organizzazioni terroristiche hanno collaborato in diverse occasioni, pur avendo strutture autonome.
La Jihad islamica palestinese, che nei decenni si è resa responsabile di numerosi attacchi contro militari e civili israeliani, compresi bombardamenti suicidi, è presente sia a Gaza sia in Cisgiordania e a differenza di Hamas è finanziata prevalentemente dall’Iran anziché dai paesi arabi.