di Ilaria Ester Ramazzotti
Dopo la crisi del coronavirus, con l’allentarsi delle misure restrittive sui voli internazionali, l’organizzazione The International Fellowship of Christians and Jews ha registrato un aumento del 20% delle richieste di aliyah. A questo si aggiunge un arretrato di richieste accumulatesi dopo che i voli degli olim erano stati rinviati di due mesi e i visti di immigrazione sospesi a causa della chiusura degli uffici di competenza. Ne parla il Jerusalem Post.
Lo scorso 20 maggio è atterrato in Israele un aereo con a bordo 109 ebrei provenienti dall’Ucraina (nella foto). Il ministro dell’immigrazione e dell’assorbimento Pnina Tamano-Shata, primo ministro israeliano di origine etiope, ha accolto i nuovi olim e dichiarato: “Benvenuti in Israele! Ogni aliyah è un motivo di festeggiamento. Il ritorno degli ebrei da tutto il mondo è simbolo dell’unità del popolo ebraico di Sion. Ho avuto il privilegio per iniziare il mio incarico di ministro dell’immigrazione e dell’aliyah con l’arrivo di 109 nuovi olim dall’Ucraina”.
I nuovi immigrati ucraini sarebbero dovuti arrivare in Israele a marzo. Sono tenuti a seguire le norme del Ministero della Salute sul coronavirus e obbligati a stare in quarantena per due settimane. Se staranno bene, sarà poi loro permesso di trasferirsi nelle loro abitazioni e di iniziare il loro processo di assorbimento in Israele.
Il primo caso del coronavirus in Ucraina è stato scoperto alla fine di febbraio e, secondo l’agenzia Reuters, al 20 maggio sono stati contati quasi 20 mila casi di Covid-19 e 564 morti.
Yael Eckstein, presidente di The International Fellowship of Christians and Jews, ha dichiarato: “Questo è un momento difficile per il mondo intero e il mondo ebraico in particolare. Nonostante le difficoltà e nonostante la situazione, The Fellowship continua a lavorare sodo per le attività finalizzate all’aliyah. Auguro un grande successo al ministro dell’immigrazione Pnina Tamano-Shata, che è entrato in carica questa settimana; gli è stato affidato un incarico stimolante, ma particolarmente importante per la comunità ebraica globale e le sue relazioni con Israele”.