di Redazione
Nuovi dettagli scioccanti nel rapporto del New York Times Rapimenti e massacri perpetrati dai dipendenti UNRWA. L’Austria si unisce al blocco di fondi
È di oggi, lunedì 29 gennaio 2024, la notizia che l’Austria si unisce a una lista crescente di Paesi, tra cui Stati Uniti, Italia, Germania, Canada, Regno Unito, Finlandia, Australia e Paesi Bassi che hanno annunciato la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA. Questa decisione segue l’esempio di Francia e Giappone, che ieri hanno preso la stessa misura. Il motivo di questa mossa è l’attesa di un’indagine approfondita sulle accuse secondo cui dipendenti dell’UNRWA sarebbero coinvolti nell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre.
L’Austria, come riportano i media odierni, ha donato circa 8 milioni di dollari nel 2022, diventando così il 22esimo maggiore finanziatore dell’agenzia per i rifugiati palestinesi. «Chiediamo all’UNRWA e alle Nazioni Unite di condurre un’indagine ampia, rapida e completa sulle accuse», ha affermato il ministero degli Esteri austriaco in una nota.
Intanto emergono nuovi dettagli sempre più inquietanti sui dipendenti dell’UNRWA accusati di aver contribuito al raid di Hamas. Un importante rapporto pubblicato domenica scorsa, attribuito al New York Times e riassunto dal Times of Israel e da Channel 13, rivela che i 12 lavoratori dell’UNRWA, saliti alla ribalta in questi giorni, sono stati licenziati in seguito alle accuse pesantissime di rapimento di israeliani, trasporto di munizioni e coinvolgimento nell’attacco di Hamas.
Il documento afferma che un consulente scolastico dell’UNRWA di Khan Younis, nel sud di Gaza, è accusato di aver collaborato con suo figlio per rapire una donna israeliana. Un assistente sociale di Nuseirat, nel centro di Gaza, è invece accusato di aver contribuito al trasporto del corpo di un soldato israeliano morto a Gaza, distribuendo munizioni e coordinando i veicoli durante l’attacco.
Il rapporto dettaglia e conferma che sette degli accusati erano insegnanti nelle scuole dell’UNRWA, mentre gli altri tre ricoprivano ruoli diversi come impiegato, assistente sociale e magazziniere. Secondo il dossier, 10 dei lavoratori sono membri di Hamas, mentre uno appartiene alla Jihad islamica palestinese.
Le accuse sono basate su raccolte di Intelligence israeliana, che ha rintracciato telefoni, monitorato telefonate e letto messaggi di testo. Sei persone sono state coinvolte direttamente, e altre hanno discusso del loro coinvolgimento nell’attacco. Il governo degli Stati Uniti, pur non potendo verificare i dettagli o le identità degli accusati, ha sospeso i finanziamenti reputando le accuse sufficientemente credibili.
Il canale israeliano Channel 13 ha riferito che due ostaggi israeliani, rilasciati da Gaza, avevano testimoniato di essere stati tenuti prigionieri dagli operatori dell’UNRWA.
Nel frattempo, fonti diplomatiche hanno riferito al quotidiano Israel Hayom che Gerusalemme aveva informazioni sui lavoratori dell’UNRWA da settimane, ma le aveva trattenute pubblicamente per preservare l’organismo, considerato essenziale nel contesto di Gaza. Il giornale afferma inoltre che non è chiaro il motivo per cui l’UNWRA abbia improvvisamente annunciato l’indagine sui suoi lavoratori e ipotizzava che ciò fosse dovuto al fatto che sarebbe stato esposto pubblicamente in una prossima udienza del Congresso degli Stati Uniti.
Sempre oggi, il quotidiano Israel Hayom ha rivelato che «lavorare per l’UNRWA è molto redditizio. I dipendenti dell’agenzia hanno diritto all’istruzione, alla Sanità, alle cure odontoiatriche, alla distribuzione di cibo e ai servizi sociali gratuiti. Queste condizioni favorevoli hanno indotto molti terroristi di Hamas a registrarsi come dipendenti dell’Agenzia. Questa doppia affiliazione, con Hamas e UNRWA, consente ai terroristi dell’organizzazione di utilizzare liberamente le infrastrutture dell’Agenzia per altri scopi che sono stati scoperti innumerevoli volte durante le operazioni antiterrorismo dell’IDF nella Striscia».
Indagini sul personale e le connessioni con gli attacchi di Hamas. Israele aveva già denunciato il coinvolgimento dell’Agenzia con i terroristi.
Una chat su Telegram per glorificare i massacri e gli stupri di Hamas.
Ulteriori sviluppi nello scandalo UNRWA. Indagini sul personale e le connessioni con gli attacchi di Hamas. Israele aveva già denunciato il coinvolgimento dell’Agenzia, inascoltato.
Sempre più nel mirino l’UNWRA, dopo le scioccanti rivelazioni di questi giorni, in cui è emerso un sospetto coinvolgimento dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente negli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele. Israele ha attaccato duramente l’Agenzia anticipando che alla fine della guerra non sarà più operativa a Gaza.
La notizia del coinvolgimento con il terrorismo ha scatenato una profonda indignazione, non solo in Israele, che da tempo denunciava senza essere ascoltato che il personale dell’UNRWA era implicato nell’attacco terroristico del 7 ottobre e in altre attività sospette. Attualmente, sul tavolo delle trattative, si prospetta una pausa di due mesi nella guerra in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi.
Gli Stati Uniti, seguiti da Italia, Germania, Canada, Regno Unito, Finlandia, Australia e Paesi Bassi, hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all’Agenzia. In aggiunta, anche la Francia ha annunciato oggi la sospensione dei finanziamenti all’UNRWA, definendo le accuse di coinvolgimento del personale nell’attacco del 7 ottobre «eccezionalmente gravi». Il ministero degli esteri francese ha precisato che non sono previsti nuovi pagamenti per la prima metà del 2024, riservandosi la decisione sulle azioni future insieme alle Nazioni Unite e agli altri principali donatori.
Capo Mossad a Parigi per discutere intesa sugli ostaggi
Il capo del Mossad, David Barnea, è giunto a Parigi per un incontro con delegazioni degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto, mirato a discutere un potenziale accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Secondo quanto riportato dai media, Barnea avrà incontri con il direttore della CIA, Bill Burns, il primo ministro del Qatar, Mohammed Bin Abdulrahman Al Thani, e il capo dell’Intelligence egiziana, Abbas Kamel. Sul tavolo delle trattative è posta la proposta di una pausa nella guerra di due mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi. Fonti israeliane, citate da Canale 12, hanno però temperato le aspettative sui negoziati, evidenziando che il principale ostacolo a un accordo è la richiesta di Hamas affinché lo Stato ebraico interrompa il conflitto e si ritiri completamente dalla Striscia di Gaza, mentre la fazione islamica rimane al potere nell’enclave palestinese.
Le reazioni
Nel frattempo si susseguono le reazioni su quello che ormai viene definito da media «Lo scandalo UNRWA». Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, dopo essersi dichiarato «inorridito», ha chiesto agli Stati di «garantire la continuità» dell’UNRWA per i rifugiati palestinesi, dopo che molti finanziamenti sono stati bloccati per le accuse rivolte ad alcuni membri dell’organizzazione di essere coinvolti nei raid del 7 settembre su Israele: «Pur comprendendo le loro preoccupazioni, e anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse – ha affermato Guterres in una nota, faccio appello con forza ai Governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’UNRWA».
Parole non gradite all’Ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, che ha attaccato Guterres: «Si sta concentrando sulla raccolta di fondi a favore di un’organizzazione omicida-terroristica – ha denunciato –. Dimostra ancora che la vita e la sicurezza degli israeliani non sono importanti per lui. Per anni ha ignorato le prove del coinvolgimento dell’UNWRA col terrorismo».
Nel frattempo, Abu Mazen ha parlato di una «campagna ingiusta» di Israele contro l’UNWRA sostenendo che il vero obiettivo sia quello, una volta finita la guerra, di svuotare il ruolo dell’Agenzia.
A sua volta, il Commissario generale dell’Agenzia, Philippe Lazzarini, dopo aver ha annunciato la sospensione dei contratti dei 12 dipendenti sospettati e l’avvio di un’indagine interna, ha definito «scioccanti» le decisioni di alcuni Paesi di sospendere i fondi per l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, sottolineando che dalle attività umanitarie di UNWRA nella Striscia di Gaza dipende la «pura sopravvivenza» di oltre due milioni di persone. «Lazzarini, per favore dimettiti», ha replicato il Ministro degli Esteri israeliano Israel Katz su X dopo le dichiarazioni del Commissario italo-svizzero. E il portavoce del governo, Eylon Levy, ha accusato l’Agenzia di essere una «copertura» per Hamas.
Infine, sempre su x, si è espresso il Ministro degli Esteri e Vice primo ministro della Giordania, Ayman Safadi: «La potenziale partecipazione di 12 membri del personale dell’Unrwa agli del 7 ottobre non giustifica misure per affamare un’intera nazione […]. L’UNWRA è l’ancora di salvezza per oltre 2 milioni di palestinesi che soffrono la fame a Gazà […]. Esortiamo i Paesi che hanno sospeso i fondi a revocare la loro decisione».
Una chat su Telegram per glorificare i massacri e gli stupri di Hamas
Intanto proseguono attivamente le indagini sulle sospette collusioni di dodici dipendenti dellʼUNRWA, sempre di più nel ciclone. Già nelle scorse settimane era stato segnalato un preoccupante e crescente numero di post e commenti rilevati in un gruppo Telegram che conta oltre 3.300 iscritti, tra cui insegnanti di Gaza affiliati all’UNRWA. Recentemente, questi membri hanno esaltato i massacri e gli stupri perpetrati dai terroristi di Hamas il 7 ottobre, celebrandoli addirittura come «eroi». Il canale Telegram UNRWA-Gaza, una chat non ufficiale, è stato individuato dai servizi segreti israeliani come coinvolto nei sospetti riguardanti 12 dipendenti, alcuni dei quali avrebbero giocato un ruolo attivo nel massacro. Un’indagine condotta dalla UN Watch aveva già evidenziato la condivisione di foto dei cittadini israeliani uccisi o catturati, accolta con gioia nel gruppo, dove addirittura si faceva richiesta dell’esecuzione degli ostaggi. Le indagini hanno rivelato che il gruppo conteneva numerosi file sul personale dell’UNRWA a Gaza, inclusi nomi, schede e curriculum. Inoltre, gli insegnanti partecipanti condividono regolarmente messaggi, foto e video che promuovono attivamente il terrorismo jihadista.
La domanda è: cullato da un wishful thinking e dalle sue illusioni, l’Occidente democratico sarà in grado di uscire dalle allucinazioni che l’hanno colpito finora? Ripulire l’Agenzia UNRWA dell’ONU che finanzia i cosiddetti profughi palestinesi? Denunciare il comportamento della Croce Rossa che si rifiuta di occuparsi degli ostaggi ignorando le richieste delle famiglie israeliane disperate?
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