di Paolo Castellano
È ufficiale. Il 13 giugno è nato un nuovo governo in Israele, il 36esimo dalla fondazione. La Knesset ha dato fiducia – con 60 sì e 1 astenuto su 120 votanti – al progetto politico di Naftali Bennett e Yair Lapid, che si alterneranno nella guida del governo dello Stato ebraico nei prossimi anni del mandato quadriennale. Dopo 12 anni termina così l’era di Benjamin Netanyahu, che si è trasferito nei banchi dell’opposizione e che dovrà cedere il ruolo prima a Bennett e poi dall’agosto 2023 a Lapid.
«Vi chiedo solo una cosa: non rovinate il Paese che vi consegniamo, così non dovremo metterci troppo a rimetterlo in sesto appena torneremo», questo è l’avvertimento dell’ex-premier d’Israele che ha inoltre aggiunto di aver reso lo Stato ebraico “una potenza mondiale e una delle venti migliori economie al mondo”.
Come scrive la Repubblica, “il patto dei fratelli” ha trovato la sua realizzazione alla Knesset nonostante attimi di suspense e confusione durante la seduta per la votazione della fiducia: all’ultimo momento Said al-Harumi, parlamentare di Ra’am, ha deciso di astenersi e il discorso di Bennett è stato più volte interrotto da urla e sceneggiate da parte di alcuni esponenti dell’opposizione.
Gli avversari di Bennett sostengono che gli elettori siano stati truffati da un politico di destra che intende creare un governo di sinistra e che l’ex-delfino di Netanyahu non sarebbe legittimato a ricoprire una carica così importante a causa dei pochi seggi – sei in tutto – ottenuti alle ultime elezioni.
“Il patto dei fratelli” di Bennett e Lapid rappresenta una svolta epocale per Israele: otto formazioni politiche, che incarano le più diverse anime politiche israeliane, governeranno insieme lo Stato ebraico per risollevare il morale del Paese dopo la crisi pandemica e la recente escalation militare con il terrorismo palestinese.
All’interno della nuova coalizione di governo c’è Yamina, partito nazionalista di destra guidato da Bennett; il centro laico capeggiato da Lapid; la sinistra progressista Meretz che ritorna al governo dopo 20 anni di assenza; il partito islamico Ra’am rappresentato da Mansour Abbas che dal 1977 non sosteneva una maggioranza di governo e che per la prima volta in assoluto appoggia un premier di destra vicino al movimento degli insediamenti.
A causa della risicata maggioranza alla Knesset, il governo Bennett-Lapid avrà bisogno di altro sostegno per affrontare l’approvazione della nuova legge di bilancio. Si punta dunque a dialogare con i partiti ultraortodossi.
Ieri sera, migliaia di israeliani si sono radunati a Tel Aviv, spruzzando schiuma, lanciando coriandoli e facendo il bagno nelle fontane per celebrare l’istituzione del nuovo governo e per festeggiare la conclusione del mandato politico di Netanyahu. Come riporta The Times of Israel, i cittadini si sono incontrati in piazza Rabin.