di Paolo Castellano
L’attuale governo israeliano, e in particolare il Primo ministro Benjamin Netanyahu, ha apprezzato la storica dichiarazione di Donald Trump che ha di fatto riconosciuto Gerusalemme come legittima capitale di Israele. Il gesto diplomatico del presidente degli Stati Uniti ha profondamente sorpreso tutta quella classe politica che da anni aspettava questo annuncio. Il 18 dicembre Netanyahu ha pubblicamente ringraziato Trump con un video pubblicato su Facebook. Invece Israel Katz, ministro dei Trasporti e dell’Intelligence, ha voluto esagerare nell’esprimere la sua gratitudine: «Costruiremo una nuova stazione ferroviaria nel quartiere ebraico della Città Vecchia e la dedicheremo al Presidente Trump. Egli ha preso una coraggiosa e storica decisione che ha rafforzato lo status di Gerusalemme come capitale del popolo ebraico e dello stato di Israele».
I dettagli del piano di costruzione sono presenti in un articolo del New York Times, pubblicato il 27 dicembre. Il ministro Katz ha infatti affermato che la nuova stazione sarà molto utile alle migliaia di turisti che vogliono visitare il quartiere ebraico di Gerusalemme. La stazione potrebbe essere costruita a poca distanza dal Muro del pianto e dal Monte del tempio. Il progetto ferroviario non verrà realizzato subito. Katz ha dichiarato che “non è oggi una priorità” e che però rimane “una pianificazione infrastrutturale molto importante per il ministero israeliano dei Trasporti”.
Attualmente sono in corso dei lavori per creare una tratta ferroviaria ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme. Oggi un viaggiatore, che vuole spostarsi in questa direzione, impiega poco più di un’ora. Quando la nuova linea sarà attiva – nella primavera del 2018 – il viaggio in treno durerà circa 28 minuti. Il ministero dei Trasporti ha impiegato 15 anni per realizzare questo ammodernamento infrastrutturale. Katz ha allora pensato che per raggiungere la Città Vecchia ci sia solo bisogno di un’estensione della nuova linea. Sarà necessario scavare un altro tunnel di circa 3 km e profondo quasi 52 metri. Lo staff di Katz ha precisato che sorgeranno due stazioni: una lungo il perimetro sud della Città Vecchia; l’altra sotto il Cardo, l’antica strada romana voluta dall’imperatore Adriano, ora coincidente con il quartiere ebraico gerosolimitano.
Il ministro dei Trasporti ha poi aggiunto che una stazione porterà al Muro del pianto. Questo progetto “permetterà agli israeliani, agli ebrei e ai turisti di tutto il mondo di raggiungere facilmente e in sicurezza il cuore pulsante della nazione ebraica”.
Arye Shalicar, consigliere di Katz, ha detto che l’estensione della linea ferroviaria alla Città Vecchia potrebbe costare circa 715 milioni di dollari e durare 5 anni. Inoltre la costruzione potrebbe subire dei ritardi a causa dei siti archeologici. Il collaboratore ha inoltre fatto notare che Katz ha già più volete espresso gratitudine al popolo americano. Il ministero dell’Intelligence ha infatti intitolato a Nikki Haley, ambasciatrice USA all’ONU, gli equipaggiamenti pesanti per la protezione di Tel Aviv.
«In fin dei conti Katz è un politico e vuole semplicemente ringraziare il Presidente Trump per quello che ha fatto per Israele», Shalicar ha aggiunto.
Our great friend @nikkihaley
demonstrates once again the strong bond between our two countries by imposing a veto on the UN Security Council resolution against President Trump's historic recognition of Jerusalem as the capital of Israel. pic.twitter.com/rAOSemkrCJ— ישראל כ”ץ Israel Katz (@Israel_katz) December 18, 2017
Secondo i giornalisti del New York Times, David Halbfinger e Irit Pazner Garshowitz, l’annuncio di Israel Katz sarebbe solo pura propaganda. L’opposizione israeliana pensa infatti che l’attuale ministro dei Trasporti e dell’Intelligence intenda diventare il futuro primo ministro israeliano.
Per Scott R. Anderson, analista del Brookings Institute, questa decisione rappresenterebbe invece un abile escamotage del governo israeliano per garantire la propria presenza a Gerusalemme Est.
This proposal to name a train station in East Jerusalem after President Trump isn’t just a tribute.
It’s an attempt to bait him into actions that signify acceptance of Israeli claims over East Jerusalem, even though official U.S. policy still doesn’t go that far. https://t.co/qS08twWDMI
— Scott R. Anderson (@S_R_Anders) December 28, 2017