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Si fa sempre più tesa la situazione nel nord di Israele. Mercoledì mattina un missile anti-carro è stato sparato contro un veicolo dell’esercito israeliano nella regione di Har Dov, nel nord di Israele al confine con il Libano: due soldati israeliani sono rimasti uccisi, ha detto l’esercito israeliano, e altri sette sono rimasti feriti. Altri colpi di mortaio sono stati sparati contro Ghajar, un paese sul fiume Hasbani al confine tra Libano e le Alture del Golan. Inoltre, è rimasto ucciso nel sud del Libano anche un peacekeeper spagnolo dell’Unifil.
Il gruppo estremista libanese Hezbollah ha rivendicato tutti gli attacchi come vendetta per l’attacco israeliano di dieci giorni fa a un convoglio di Hezbollah in Golan, in cui è morto anche un comandante della Guardia Rivoluzionaria iraniana.
I due soldati uccisi
Migliaia di persone hanno partecipato giovedì mattina ai funerali dei due soldati israeliani rimasti uccisi nell’attacco, Yohai Kalangel, 25 anni, e Dor Nini (20). Dai media israeliani emerge il loro profilo.
Kalangel, di Har Gilo, era padre di una bambina di un anno e stava per diventarlo una seconda volta. Era comandante del battaglione Tzabar, e aveva ricevuto una decorazione durante lo scorso giorno d’Indipendenza. Nini, invece, veniva dal moshav Shtulim vicino ad Ashdod, e faceva parte del battaglione Tzabar.