Israele festeggia medaglie e affronta il dolore con coraggio alle Paralimpiadi di Parigi 2024

Israele

di Redazione
Domenica 1 settembre, Israele ha vissuto una giornata di forti contraddizioni alle Paralimpiadi di Parigi 2024, dove il trionfo sportivo si è intrecciato con notizie tragiche che hanno sconvolto il Paese. I canottieri israeliani Moran Samuel e il duo composto da Shahar Milfelder e Saleh Shahin hanno portato a casa medaglie di oro e bronzo rispettivamente, offrendo un barlume di gioia in una giornata altrimenti segnata dal dolore e dallo sconforto.

Trionfi sul podio

Come riporta il Times of Israel, Moran Samuel, che aveva già conquistato il bronzo a Rio 2016 e l’argento a Tokyo 2020, ha finalmente raggiunto la vetta del podio con una medaglia d’oro nel singolo femminile di canottaggio. Questo successo arriva dopo un anno particolarmente difficile, e Samuel non ha potuto fare a meno di riflettere sul contrasto tra la sua vittoria e le tragiche notizie del giorno. «Questo intero anno è stato un misto di felicità e tristezza», ha dichiarato in un’intervista all’emittente israeliana Sport5, riferendosi anche alla notizia della morte di sei ostaggi a Gaza e di tre agenti di polizia in una sparatoria in Cisgiordania. Samuel ha raccontato che, mentre tagliava il traguardo, è scoppiata a piangere sia per l’emozione della vittoria che per le difficili notizie del mattino. «Non ero nemmeno sicura di riuscire a cantare l’inno… il mio cuore è con tutti. Spero che tutti tornino a casa», ha detto.

Il percorso di Moran Samuel è stato segnato da sfide personali significative. Dopo un ictus spinale all’età di 24 anni che l’ha costretta su una sedia a rotelle, Samuel ha inizialmente praticato il basket in carrozzina prima di passare al canottaggio, poiché non esisteva una squadra femminile di alto livello in Israele. La sua vittoria è un simbolo di resilienza e determinazione.

Il duo di canottaggio Shahar Milfelder e Saleh Shahin, al loro debutto paralimpico, ha conquistato la medaglia di bronzo nel doppio misto. Anche loro hanno espresso il loro senso di orgoglio e responsabilità in un momento di difficoltà per Israele. Milfelder ha condiviso che, nonostante le notizie tragiche della mattina, la loro performance rappresenta un piccolo faro di speranza. «Mi sono ripresa e ho detto che dobbiamo dare un po’ di luce alla fine del tunnel», ha dichiarato la giovane donna. Shahin, che ha avuto un passato difficile e ha vissuto una tragedia personale nel 2005, ha dichiarato a sua volta: «Mando il più grande abbraccio che posso alle famiglie degli ostaggi e a tutti nell’intero Stato di Israele: questo è per voi».

Altri risultati e difficoltà

Nel singolo maschile, il vogatore israeliano Shmulik Daniel ha sfiorato il podio, classificandosi quarto. Daniel, che utilizza una sedia a rotelle dopo una lesione spinale durante il servizio militare, ha dimostrato una notevole determinazione, anche se non è riuscito a conquistare una medaglia.

Israele ha anche ottenuto altri successi nelle competizioni paralimpiche: Asaf Yasur ha vinto l’oro nel taekwondo (in alto nella foto), Ami Dadaon ha conquistato l’oro nel nuoto (qui mentre canta l’inno israeliano), e Mark Malyar ha ottenuto il bronzo nel nuoto. Tuttavia, non tutte le notizie sono positive. La tiratrice Yulia Chernoy si è piazzata 16a nella carabina ad aria compressa mista da 10 metri, non riuscendo a qualificarsi per la finale, e il tennista Sergei Lysov ha perso il suo secondo turno contro l’inglese Alfie Hewett. Anche Adam Berdichevsky, che ha perso una gamba in un incidente e ha subito l’attacco di Hamas, ha visto finire le sue speranze di medaglia individuale.

Una giornata di doppia emozione

In un giorno di forti emozioni, la delegazione israeliana ha anche affrontato una tragedia personale: Shuki Levi, padre del giocatore di bocce Nadav Levi, è morto per un infarto durante la notte tra sabato e domenica in Francia. Questo evento ha aggiunto ulteriore dolore a una giornata già segnata da un mix di trionfi sportivi e notizie tragiche.

Concludendo, una giornata complessa e intensa, la delegazione israeliana continua a lottare e a competere, portando avanti con orgoglio i colori del loro paese mentre affrontano le sfide personali e nazionali. La vittoria di Samuel e del duo Milfelder-Shahin, in mezzo a tanto dolore, rimane una testimonianza di speranza e resilienza in tempi difficili.