di Roberto Zadik
E così dopo una speranza di semi-normalità fra maggio e giugno e un fine estate da incubo, con più di 4,000 casi in 24 ore, stando al Times of Israel, domenica 13 settembre il Governo israeliano ha deciso un nuovo lockdown nazionale, di cui si parlava sui media già da venerdì. Proprio in concomitanza con le solenni ricorrenze festive di Rosh haShanà (Capodanno ebraico e Giorni del Giudizio) e il digiuno di espiazione dello Yom Kippur, fra le festività più sentite anche dai meno osservanti, che dovrebbe continuare per un mese, fino alla fine delle festività e finché i numeri dei malati non scenderanno. E probabilmente ci vorranno tre mesi, per un abbassamento del numero dei malati. Niente preghiere in sinagoghe o ritrovi fra amici, in giorni davvero speciali per spiritualità e intensità specialmente in Israele dove il pienone in sinagoga era abituale, e di nuovo tutti chiusi in casa come durante la scorsa primavera.
La drastica decisione governativa è stata presa a fronte degli oltre 146,000 contagi attualmente presenti nel Paese con un continuo e dilagante aumento dei nuovi malati fra fine agosto e questi primi giorni di settembre. Secondo le statistiche sul Times of Israel, attualmente le vittime sarebbero intorno al migliaio di persone dall’inizio della pandemia, mentre 33,920 sono i casi attivi, mentre 489 sono ricoverati in gravi condizioni, dei quali 134 attaccati ai ventilatori, mentre 180 persone verserebbero in condizioni moderate o totalmente asintomatici.
Alto il numero dei pazienti ma anche quello dei guariti, attorno ai 111,539. Una situazione estremamente pesante quella che si respira nello Stato ebraico in un periodo del calendario fra i più sacri dell’anno. Il Governo e la sanità, stanno cercando di reagire a questa emergenza, effettuando il maggior numero di tamponi possibile, e solo nella giornata di giovedì 10 settembre ne sono stati messi a punto 47,000 con 8 percento di soggetti positivi al virus. Le infezioni vengono meticolosamente monitorate dal Centro Nazionale di informazioni e conoscenza sul Coronavirus, in sinergia con il Ministero della Salute e i militari dell’IDF (esercito israeliano) e secondo i risultati dei monitoraggi, in una media di circa 45,000 test effettuati nel Paese quotidianamente, il numero delle infezioni in pochi giorni, dal 4 al 10 percento. Aumentano i contagi ma anche la prevenzione, anche a causa dell’abbassamento dell’età dei malati. Secondo i dati ufficiali il virus dalla terza età ha crescentemente coinvolto anche i 40-60enni mentre gli under 40 sembrano i meno colpiti come gli ultra 80enni.
Uno dei Paesi più colpiti
In tema di numeri e di casi, Israele stando al Times of Israel e alle statistiche, sarebbe uno dei Paesi più colpiti da nuovi contagi, con 100 casi giornalieri per milioni di abitanti, superando Italia, Regno Unito e Corea del Sud, con 50 infezioni al giorno. Tutto questo avrebbe dunque determinato il nuovo lockdown nazionale. Su suggerimento dello specialista Ronni Gamzu, luminare del prestigioso ospedale di Tel Aviv Ichilov, il nuovo blocco, concordato dall’ufficio del Primo Ministro e dal Ministero della Salute, avverrà in 3 fasi e egli spera che questi provvedimenti ridurranno il numero così alto dei contagi. La prima fase partirà dalla prossima settimana, primo giorno di Rosh haShanà e durerà fino al primo ottobre in cui, in occasione dell’inizio di Sukkot, partirà il secondo stadio mentre l’ultima fase comincerà dal 15 ottobre. Fra i nuovi provvedimenti gli israeliani non potranno spostarsi di oltre 500 metri dalle loro case, scuole e istituti educativi saranno chiusi così come gli uffici, salvo i servizi indispensabili.
Molto austera anche la seconda fase del lockdown . Niente spostamenti fra città o attività ricreative come concerti mentre gli incontri all’aperto potranno ospitare al massimo 20 persone e quelli al chiuso 10 mentre le attività commerciali non potranno ricevere persone dall’esterno. Più “morbida” invece, si preannuncia la terza fase, suddivisa fra città, con più o meno restrizioni a seconda del numero dei casi.