di Francesco Paolo La Bionda
Martedì 19 ottobre il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz si è presentato in audizione davanti alla Commissione affari esteri e difesa della Knesset per spiegare le ragioni della richiesta da parte del governo di aumento del budget della Difesa. Quest’estate infatti il governo aveva annunciato di aver trovato un accordo per fissare il budget per la Difesa nel 2022 a 17,5 miliardi di dollari, in aumento dal precedente fissato nel 2019 e che era rimasto in vigore poiché l’esecutivo non era riuscito a farne approvare uno nuovo.
Nel suo intervento, Gantz ha dichiarato che la principale minaccia a Israele, per la quale le Forze di difesa israeliane devono con più urgenza allocare i nuovi fondi, è rappresentata dall’Iran e dal suo programma nucleare. “Vediamo che l’Iran sta avanzando verso la capacità di arricchimento [dell’uranio] che gli permetterebbe, se volesse, di diventare uno stato nucleare, e stiamo facendo ogni sforzo per prevenirlo”, ha spiegato il ministro.
Gantz ha poi aggiunto che il budget è necessario anche per preparare l’esercito a una potenziale guerra su due fronti, per rinforzare le difese interne e per aumentare i salari dei soldati di leva e per fornire migliore assistenza ai militari di professione. “Stiamo aumentando e migliorando i nostri esercizi bellici, definendo blocchi di obiettivi, sviluppando capacità contro Hezbollah e Hamas, tutte cose che rafforzeranno la deterrenza dello Stato di Israele e la sua abilità nel sconfiggere i nemici se necessario”, ha aggiunto.
L’audizione si è svolta il giorno dopo che il canale televisivo Channel12 aveva riportato indiscrezioni secondo cui il governo progetta di destinare 1,5 miliardi di dollari specificatamente per attaccare l’Iran, di cui 620 milioni presi dal nuovo budget e il resto dal rimanente.
Sempre secondo le fonti, questi fondi sarebbero destinati in particolare all’acquisto di diverse tipologie di aerei, droni da ricognizione e armamenti specializzati per queste operazioni, che dovrebbero colpire siti sotterranei pesantemente fortificati.
Il Capo di Stato Maggiore Aviv Kohavi aveva dichiarato a gennaio che le forze armate stavano approntando nuovi piani operativi per un attacco militare di grande potenza, e ad agosto aveva aggiunto che i progressi del nucleare iraniano avevano impresso un’accelerata a questi sviluppi, contando appunto su un nuovo budget dedicato.
Nel suo discorso alle Nazioni Unite dello scorso mese, il premier israeliano Naftali Bennet aveva avvertito: “il programma nucleare iraniano è arrivato a un punto critico, così come la nostra pazienza. Le parole non fermano le centrifughe. Non permetteremo che l’Iran si doti di armi nucleari”.