di Anna Balestrieri
Lunedì 2 settembre, in Israele, mentre lo sciopero nazionale paralizzava il paese e riempiva le piazze, migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di quattro dei sei ostaggi assassinati da Hamas a Rafah, dopo che i loro corpi sono stati recuperati dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) nella notte tra sabato e domenica. Il dolore per la perdita di questi innocenti è stato accompagnato dalla rabbia nei confronti del governo israeliano per il fallimento nel garantire il loro rilascio tramite un accordo con Hamas.
L’ultimo saluto ad Alex Lobanov
Uno dei funerali più seguiti, oltre a quello di Hersh Goldberg-Polin, è stato l’estremo saluto ad Alex Lobanov, 32 anni, che si è tenuto al Nuovo Cimitero di Ashkelon. Alex era il capo barman alla festa del deserto Supernova, dove il 7 ottobre i terroristi di Hamas hanno massacrato 360 persone e rapito circa 40 partecipanti. Durante la cerimonia, sua moglie Michal, che aveva partorito il loro secondo figlio mentre Alex era ancora prigioniero, ha espresso un commovente elogio. Ha descritto Alex come “il miglior padre e il miglior marito” e ha chiesto perdono per non essere riuscita a riportarlo a casa vivo. Con le lacrime agli occhi, ha promesso di crescere i loro figli seguendo i valori che Alex aveva trasmesso.
Il dolore e la critica al governo
Contemporaneamente, altri tre ostaggi assassinati, Almog Sarusi, Ori Danino ed Eden Yerushalmi, sono stati sepolti rispettivamente a Raanana, Gerusalemme e Petah Tikva. Le loro famiglie hanno espresso non solo il dolore per la perdita, ma anche una forte critica verso il governo. La madre di Almog Sarusi, Nira, ha accusato il governo di aver abbandonato suo figlio “sull’altare della distruzione di Hamas,” sottolineando la necessità di un accordo per liberare gli altri ostaggi ancora in cattività.
I funerali di Ori Danino e di Eden Yerushalmi
A Gerusalemme, al funerale di Ori Danino, il fratello Aharon ha dichiarato di non riuscire a trovare più un motivo per sorridere dopo la morte di Ori, che era stato rapito mentre cercava di aiutare altre persone a fuggire dall’attacco di Hamas alla festa Supernova. Anche la madre di Eden Yerushalmi, Shirit, ha espresso il suo dolore per la lunga prigionia della figlia, durata undici mesi, affermando che sarebbe stata disposta ad aspettare altri 330 giorni pur di riaverla viva.
L’impatto della perdita
I funerali hanno riacceso la rabbia e il dolore nel paese, con molte persone che accusano il governo israeliano, in particolare il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, di non aver fatto abbastanza per riportare a casa gli ostaggi vivi. Le trattative per un possibile accordo con Hamas sono in corso da mesi, ma le morti recenti hanno intensificato le critiche nei confronti della gestione del conflitto da parte del governo israeliano.
(Foto: screenshot da video di AP. In accordo con la Clausola di esonero di responsabilità relativa ai copyright)