di Roberto Zadik
Il mondo ora sta vivendo una fase decisamente complessa, tesa e angosciante e specialmente l’Europa da mesi è minacciata dal terrorismo e dal fanatismo dell’Isis e dell’estremismo islamico. Tutte situazioni che Israele vive da molto più tempo nel silenzio dell’opinione pubblica che spesso ne condanna la politica senza fermarsi a comprenderne le ragioni. A questo proposito, il primo Ministro Beniamin Netanyahu ha tenuto un discorso molto energico, mercoledì 23 marzoall’indomani degli attentati a Bruxelles. A dare la notizia il sito Ynet che ha ripreso alcune parti dell’intervento di Nethanyahu.
“Se c’è gente nel mondo che sa cosa significhi questo sono i cittadini di Israele – ha subito sottolineato -. Siamo riusciti a prevenire diverse minacce terroristiche avvenute invece in molti luoghi altri Paesi”.
Nella conferenza stampa, egli ha sviluppato diversi argomenti collegandosi agli attentati di Istanbul, dove tre israeliani sono stati uccisi e che sono avvenuti quasi contemporaneamente a quanto accaduto a Bruxelles. Un periodo violento, folle dove la spirale terroristica appare inarrestabile e imprevedibile.
Il primo Ministro ha comunicato di aver incontrato il Primo Ministro belga Charles Michel e Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, esprimendo le sue più sentite condoglianze alle vittime del terrorismo di questi giorni. “Abbiamo resistito coraggiosamente per tanti anni a numerosi attacchi terroristici e offro la piena cooperazione di Israele nella lotta internazionale al terrorismo, dall’intelligence al supporto per la sicurezza in questo scontro della gente comune contro il popolo dell’oscurità”.
Un discorso forte e conciso dove egli ha ricordato che “il terrorismo colpisce dappertutto, da Parigi, dove 130 persone sono state uccise in una sera, a Ankara, a Bruxelles, a Istanbul, alla Costa d’Avorio, alla California, a molti villaggi e città nella terra d’Israele”. Nethanyahu ha menzionato anche i palestinesi dicendo che “il terrorismo molte volte non nasce dall’occupazione ma dalle loro speranze. Il desiderio dei terroristi palestinesi che intendono imporre uno Stato palestinese ai danni dello Stato d’Israele. Dobbiamo per questo lavorare assieme per neutralizzare questa volontà e levarla dalle loro menti. Questa è la cosa più importante nella lotta al terrorismo.”
Ricordando i colloqui con gli altri leader mondiali e europei, Nethanyahu ha puntato sulla necessità di condannare il terrorismo in ogni luogo e di combatterlo dappertutto. Ottimisticamente, Netanyahu, ha ribadito: “non ho dubbi che sconfiggeremo questa violenza, se le nazioni si uniranno fra loro, questo avverrà più rapidamente. Invitando le nazioni a unirsi con Israele per il bene comune, il premier israeliano, ha evidenziato l’appoggio di Israele al mondo, nonostante il Paese sia stato molto colpito quest’anno con ben 34 morti in pochi mesi. “Questa è una emergenza che sta colpendo su larga scala il mondo intero e le sue città su enorme scala e stiamo lavorando per opporci a questo”. Nel suo discorso Netanyahu ha più volte ribadito che “è un momento molto difficile con una situazione senza precedenti e stiamo cercando di fronteggiarlo nella maniera migliore e più efficace”.
Ma quali sono le strategie che Israele adotta in questa lotta riguardo a un problema che da lungo tempo ne affligge la quotidianità, ben prima di questa spirale di attacchi mondiali? “Entriamo nei villaggi” ha rivelato il premier “distruggiamo le case dei terroristi e colpiamo i media e le tv che incitano al terrorismo. Ora stiamo chiudendo i principali confini completando il lavoro di protezione e di difesa per prevenire attacchi ai civili israeliani. Stiamo lavorando contro gli stranieri e gli impiegati illegali, dando all’esercito, pieno sostegno. Poi ci sono informazioni che qui non posso rivelare. Non per niente, molti Paesi del mondo stanno venendo da noi per imparare dalla nostra esperienza nel combattere il terrorismo e posso dire che i risultati stanno crescendo ogni giorno”.
Immancabili le domande sulla Turchia, dopo l’attacco a Istanbul: diversi giornalisti hanno chiesto a Nethanyahu se questi accadimenti accelereranno la riconciliazione di Israele con la Turchia. Egli ha risposto: “Noi abbiamo sempre voluto instaurare buoni rapporti con la Turchia senza fare nulla per cambiare da questa direzione. Ci sono nuovi negoziati che stanno avvenendo e spero che questo porti buoni accordi e ristabilisca le relazioni diplomatiche fra i nostri Paesi”.