di Redazione
Dall’inizio della guerra fra Hamas e Israele sono stati evacuati circa 200.000 abitanti delle località del nord e del sud direttamente esposte alle ostilità, la maggior parte dei quali è stata ricollocata in alberghi e pensioni a spese dello Stato, secondo i dati diffusi giovedì dal capo della Autorità nazionale di emergenza (NAEA), generale di brigata Yoram Laredo. Lo riporta i24News.
Laredo ha raccomandato agli sfollati israeliani di rimanere dove sono “fino alla fine dell’anno”, suggerendo che il governo si sta preparando per diversi mesi di guerra. L’altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la ricostruzione delle località devastate da Hamas, per la quale è stato appena rilasciato un budget.
“Dal 7 ottobre abbiamo iniziato ad attivare piani di evacuazione per i civili che risiedono in aree dove sussistono vincoli militari o di sicurezza. Le prime ad essere evacuate sono state le località situate in un raggio da 0 a 4 km dalla Striscia di Gaza”, ha spiegato Yoram Laredo.
La seconda fase di evacuazioni dovute a vincoli operativi militari nel nord riguarda località entro un raggio compreso tra 0 e 2 km dal confine libanese. La città di Kiryat Shmona e altre 14 località più lontane dal confine sono state successivamente evacuate. In totale, sono stati evacuati 125.000 residenti”, ha detto, sottolineando che anche 70.000 residenti della città di Ashkelon, isolati o privi di rifugi antimissili, sono stati sfollati e assistiti dallo Stato.
Il capo dell’Autorità nazionale di emergenza ha affermato che il Ministero del turismo è responsabile della gestione di tutte le strutture ricettive e ha fornito dati in tempo reale sull’occupazione delle camere d’albergo nel paese, al fine di preparare altre missioni di evacuazione, se necessario.
Ha precisato che il governo ha messo in atto un meccanismo di compensazione per consentire alle famiglie aventi diritto di scegliere una soluzione alternativa se l’alloggio loro assegnato non è adatto alle loro esigenze. “Queste persone possono recarsi nell’hotel che lo Stato ha designato per loro, o scegliere la soluzione che preferiscono”.