di Nathan Greppi
Sono migliaia gli israeliani che sabato 11 luglio sono andati alla manifestazione tenutasi in Piazza Rabin a Tel Aviv, per protestare contro il modo in cui il governo ha gestito i danni economici dovuti al lockdown e alla pandemia da coronavirus.
Come spiega Algemeiner, la polizia ha posto dei limiti al numero di persone che potevano recarsi in piazza, per rispettare le distanze di sicurezza; ciò nonostante, le vie parallele si sono riempite di manifestanti che indossavano le mascherine. La manifestazione ha riunito tante categorie diverse, tutte colpite duramente dalla quarantena: disoccupati, lavoratori autonomi e imprenditori.
“Ho 40 dipendenti senza stipendio, che non hanno più un soldo,” ha spiegato Michal Gaist-Casif, vicepresidente di una compagnia che produce luci e suoni per gli eventi. “Abbiamo bisogno che il governo ci elargisca dei soldi finché non torniamo alla normalità. Non lavoriamo da metà marzo, e ci aspettiamo che ad agosto ci sarà una catastrofe.” Altrettanto indignato era un altro manifestante, Daniel Tieder, che ad Euronews ha spiegato: “Ormai non lavoriamo da quasi 5 mesi, e purtroppo molti di noi non hanno ancora ricevuto alcun rimborso dal governo israeliano. Questa è una vera tragedia. Come puoi sfamare la tua famiglia e pagare i tuoi dipendenti dopo 5 mesi senza nessun guadagno?”
Da quando Israele si è trovata nel lockdown la disoccupazione è cresciuta enormemente: al momento è circa al 21%, mentre ad aprile ha toccato il picco del 23%. Questo dopo una lunga fase di benessere in cui era solo al 4%. Finora bonus e sussidi governativi sono arrivati lentamente, portando gran parte della popolazione a temere di non riuscire a superare la crisi economica.
In seguito a una recente impennata nei nuovi casi di contagiati, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha imposto una nuova serie di restrizioni, chiudendo locali notturni ed eventi culturali dal vivo.
Giovedì 9 luglio Netanyahu ha annunciato una serie di misure di welfare per sostenere economicamente chi ne ha bisogno. Questo dopo che in precedenza si era impegnato a stanziare un fondo da 29 miliardi di dollari, dei quali tuttavia ne sono stati dati meno della metà.