Israele renderà operativo il sistema d’intercettazione laser Iron Beam il prossimo anno

Israele

di Francesco Paolo La Bionda
Il sistema di intercettazione laser ad alta potenza che Israele sta sviluppando, denominato Iron Beam, dovrebbe diventare operativo l’anno prossimo, ha dichiarato lunedì 28 ottobre il ministero della Difesa israeliano alla firma del contratto da oltre mezzo miliardo di dollari con le aziende produttrici Rafael ed Elbit.

Il sistema Iron Beam è costituito da due cannoni laser che insieme generano una potenza compresa tra 100 e 150 kW, consentendo di neutralizzare razzi e missili nemici. Non è destinato a sostituire l’Iron Dome o gli altri sistemi di difesa aerea israeliani, ma a integrarli e completarli, abbattendo i proiettili più piccoli e lasciando quelli più grandi per le batterie missilistiche più robuste.

Il principale svantaggio di un sistema laser è che non funziona bene in condizioni di scarsa visibilità, compresa una forte copertura nuvolosa o altre condizioni atmosferiche avverse. Per questo motivo, il ministero intende montare il sistema anche sugli aerei, il che aiuterebbe ad aggirare questa limitazione ponendo il sistema al di sopra delle nuvole, anche se questo sviluppo è ancora lontano qualche anno, secondo le stime dei funzionari.

Una significativa riduzione dei costi

Dal pogrom del 7 ottobre, più di 26.000 razzi, missili e droni sono stati lanciati contro Israele da più fronti. La maggior parte sono stati intercettati dal sistema Iron Dome o sono caduti in aree aperte, comportando però una spesa considerevole per le casse pubbliche israeliane: secondo l’Institute for National Security Studies, un think tank di Tel Aviv, ogni missile intercettore infatti costa dai 40.000 ai 50.000 dollari. Il sistema Iron Beam sarà invece in grado di intercettare i razzi a una frazione di tale costo.

Il precedente di Nautilus

Se tutta l’operazione dovesse andare in porto come previsto dal governo israeliano, l’IDF si lascerà alle spalle il fallimento precedente del sistema Nautilus, sviluppato tra il 1996 e il 2005 assieme agli Stati Uniti. Sebbene questo laser nei test si fosse rivelato in grado di intercettare razzi Katyusha e proiettili d’artiglieria, fu abbandonato perché ritenuto troppo grande e pesante per essere dispiegato efficacemente.