di Anna Balestrieri
L’IDF ha affermato venerdì 15 dicembre che le forze operanti a Gaza hanno recuperato i corpi di altri tre ostaggi israeliani catturati da Hamas. Mentre nella serata è arrivata la tragica notizia che l’esercito ha per errore ucciso tre ostaggi: il ventottenne Yotam Haim ed il ventiseienne Alon Shamriz di Kfar Azza, insieme al ventiquattrenne Samer Fuad El-Talalka di Hura erano riusciti ad evadere la prigionia e sono stati confusi con degli obiettivi nemici.
Due soldati di 19 anni, i giovani Nik Beizer e Ron Shermann, immortalati ancora in vita in un video diffuso da Hamas, che servivano nelle basi militari al confine con Gaza. Il produttore di eventi Elia Toledano, ventottenne di Tel Aviv, rapito la mattina del 7 ottobre mentre stava lavorando al festival Nova a Re’im (nella foto).
Mercoledì 13 i portavoce del Kibbutz Nir Yitzhak hanno annunciato che Tal Chaimi, indicato come disperso dal 7 ottobre, era stato assassinato da Hamas. Nella stessa serata, è stato riferito che Joshua Mollel della Tanzania, scomparso dal 7 ottobre, era stato rapito ed assassinato nella Striscia di Gaza.
Martedì 12 dicembre, l’esercito aveva annunciato di aver recuperato i corpi di altri due ostaggi: Eden Zacharia, rapito dal festival musicale, e Ziv Dado, un soldato ucciso il 7 ottobre in Israele, il cui corpo fu portato in trionfo a Gaza.
Venerdì 8 dicembre, i terroristi di Hamas hanno diffuso un video di propaganda che mostrava il corpo di Sahar Baruch, sostenendo che il prigioniero residente del Kibbutz Be’eri fosse stato ucciso durante un’operazione dell’IDF. Affermazione negata dall’IDF, che ha ha confermato che Baruch è stato assassinato dai terroristi di Hamas.
Dopo gli sforzi diplomatici internazionali che hanno permesso la liberazione di parte degli ostaggi (qui la lista aggiornata degli ostaggi rilasciati), 108 sono quanti sono rimasti nelle mani di Hamas, secondo i dati aggiornati dell’organizzazione Hostage and Missing Families Forum, creata dalle famiglie dei rapiti per offrire supporto emotivo ai sopravvissuti e raccogliere fondi per la campagna per la liberazione #BringThemHomeNow. Dagli ostaggi rilasciati è giunto un accorato appello per intensificare gli sforzi per la liberazione dei restanti prigionieri, al sessantanovesimo giorno di detenzione. Aumenta la preoccupazione per la loro condizione psico-fisica. Israele ha chiesto all’Egitto di mediare per un nuovo accordo sugli ostaggi.
Jake Sullivan, consigliere di Stato americano per la sicurezza nazionale, ha tweetato il 15 dicembre 2023 di essersi incontrato con il suo omologo israeliano, i ministri Gallant e Gantz, il PM Netanyahu ed il Gabinetto di Guerra a Tel Aviv “per discutere il nostro obiettivo condiviso di sconfiggere Hamas riducendo al minimo i danni ai civili e garantendo un flusso maggiore e sostenuto di assistenza umanitaria.” Ha aggiunto che i suoi omologhi israeliani condividono l’obiettivo di distinguere i civili dai combattenti e di prevenire danni agli innocenti.
Mentre la guerra imperversa senza un orizzonte di conclusione, il numero delle perdite militari cresce, con dieci soldati delle forze di difesa israeliane, tra cui due comandanti anziani e diversi ufficiali, uccisi in combattimento a Gaza mercoledì, portando il bilancio delle vittime nell’offensiva di terra a 115.