di David Zebuloni
La battaglia di Israele contro la minaccia del Covid continua e il quadro si fa sempre più complesso, persino per gli esperti. I dati parlano chiaro: nell’ultima settimana è stata superata la soglia dei 700 contagi giornalieri, 47 dei quali in gravi condizioni. Mai così tanti dal mese di marzo. Inoltre, circa il 53% di loro risultano essere vaccinati o pazienti guariti. Ed ecco il mistero: qual è l’effetto del vaccino sul virus? Quale protezione offre a chi l’ha assunto? Bastano due dosi per sconfiggere la nuova variante o ne serve una terza?
Come accennato, gli esperti israeliani affermano di non poter ancora rispondere con certezza a questi interrogativi. Ciò che è certo, invece, è la natura del ritorno del virus. Sotto accusa infatti troviamo la variante Delta, identificata per la prima volta in India e ora responsabile del 90% dei nuovi casi in Israele. Tuttavia, il nuovo governo, guidato dal neoeletto Naftali Bennett, pare non voler adottare ancora delle norme drastiche a riguardo, prediligendo una politica meno radicale e più graduale.
L’utilizzo delle mascherine è stato ripristinato all’interno degli ambienti chiusi, certo, ma dopo l’euforia provata nel mese di marzo (quando era stata annunciata ufficialmente la vittoria contro la battaglia al Covid, nonché il ritorno alla tanto agognata vita normale), gli israeliani sembrano aver abbassato del tutto la guardia. Nelle palestre e negli uffici, nei negozi e nei supermercati, infatti, risulta più comune che mai trovare dei volti non coperti dalle mascherine. Cosa del tutto impensabile fino a qualche mese fa.
Il Ministero della Salute, inoltre, è intervenuto questa settima durante la seduta di Gabinetto dedicata alla questione Covid, proponendo di accorciare la quarantena da due settimane ad una settimana. Proposta che ha fatto storcere il naso a molti esperti. Il fulcro del problema, infatti, rimane l’aeroporto di Ben Gurion, identificato come responsabile assoluto della diffusione della variante Delta nel paese. Anche su questo fronte, il governo non si è ancora espresso in mondo definitivo, lasciando momentaneamente la riapertura totale e completa del paese ai turisti per i primi del mese di agosto.
Il cuore della campagna di Bennett in questa nuova ondata del virus, dunque, torna ad essere il vaccino Pfizer. Il Ministero della Salute, infatti, ha dato il via libera alla somministrazione del vaccino ai minori di 16 anni e, i figli del Premier, sono stati i primi a promuovere l’iniziativa. Inoltre, a partire da domenica, Israele inizierà a offrire una terza dose del vaccino agli adulti con un sistema immunitario debole e ai più anziani, ovvero i cittadini maggiormente a rischio, ma il governo sta ancora valutando se rendere il richiamo disponibile anche al grande pubblico.
In parallelo, Pfizer e BioNTech, ovvero i principali fornitori del vaccino in Israele, hanno dichiarato che entro qualche settimana chiederanno alle autorità di regolamentazione statunitensi ed europee, di autorizzare ufficialmente la somministrazione del terzo richiamo del vaccino anti-Covid. L’ultimo, si spera, per poter vincere definitivamente il virus.