di Sofia Tranchina
Sette israeliani uccisi in un attacco terroristico a Gerusalemme, a Neve Yaakov
Venerdì 27 gennaio, alle ore 20.15 locali, sette persone sono rimaste uccise in un attacco terroristico con arma da fuoco a Gerusalemme, nel quartiere ortodosso di Neve Yaakov (area Nord-Est).
Secondo l’indagine preliminare della polizia, l’aggressore Alqam Khayri è arrivato in macchina e si è nascosto aspettando che i fedeli uscissero dalla sinagoga alla fine delle preghiere di Kabbalat Shabbat.
Il servizio di pronto soccorso del Magen David Adom ha riferito che si contano attualmente almeno sette morti e tre feriti gravi, che sono stati portati in ambulanza all’ospedale Hadassah Mount Scopus, come riportato da i24.
L’aggressore ha dunque aperto il fuoco contro la folla, per poi fuggire in auto verso il quartiere palestinese di Beit Hanina, dove, circa cinque minuti dopo, ha incontrato agenti che sono stati chiamati sul posto.
La polizia ha detto che Khayri è stato ucciso dopo essere sceso dall’auto e aver aperto il fuoco sugli agenti.
Secondo quanto riferito dal commissario della polizia israeliana Kobi Shabtai, attualmente stanno ancora «conducendo perquisizioni nell’area per escludere la possibilità che ci siano più persone coinvolte che girano liberamente. […] Questo è un attacco serio e complesso con un gran numero di vittime».
Anche il comandante della polizia del distretto, Doron Turgeman, si è recato sul posto per una valutazione dell’accaduto.
Una pistola usata durante l’aggressione è stata trovata sul posto e sequestrata dalla polizia.
L’attacco si è verificato non solo di Erev Shabbat, ovvero in un momento importante di preghiera per gli ebrei, ma anche proprio durante la Giornata Internazionale della Memoria dell’Olocausto.
Il portavoce della Jihad Islamica Tariq Ezz El-Din ha affermato che il movimento «elogia l’operazione suicida a Gerusalemme, che è arrivata al momento giusto e nel luogo giusto»; anche il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha esaltato l’attacco, ribadendo che è stata una risposta per il raid dell’esercito israeliano nel focolaio di attività terroristiche di Jenin.
A Gaza si è festeggiato l’evento tutta la notte con fuochi d’artificio, dolci, e balli.
In Israele, intanto, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha scoraggiato i familiari a cercare eventuali vendette: «chiedo alle persone di non farsi giustizia da sole. A tal fine abbiamo un esercito, polizia e forze di sicurezza. Agiscono e agiranno secondo le istruzioni del governo».
Palestinese 13enne spara a passanti a Gerusalemme in Ma’alot Street
Sabato mattina un arabo palestinese di 13 anni residente a Silwan (Gerusalemme est), armato di pistola, ha sparato contro un gruppo di israeliani ferendo almeno tre persone a Gerusalemme, in Ma’alot Street (vicino all’ingresso al sito archeologico della Città di Davide).
L’aggressore, Muhammad Aliyat, stava aspettando nascosto che passassero degli ebrei; quando il gruppo gli si è avvicinato ed è caduto nell’imboscata, ha iniziato a sparare, ferendo gravemente un padre di 59 anni e suo figlio di 20 anni, e un ufficiale in vacanza che aveva con sé un’arma regolare munita di licenza e che ha subito reagito, come riporta i24.
In un comunicato si legge: «nonostante la sua grave ferita, l’ufficiale ha agito con calma», e solo dopo aver neutralizzato il pericolo «ha cercato cure mediche». Le vittime, che hanno subìto ferite da arma da fuoco nella parte superiore del corpo, sono state trasferite all’ospedale Shaare Zedek.
Nel video di sorveglianza locale si vede l’aggressore aspettare dietro alle macchine parcheggiate, e in seguito aprire il fuoco contro i passanti. Colpito dai membri armati del gruppo, anche lui è stato portato in ospedale per ricevere cure mediche.
L’attacco arriva soltanto poche ore dopo che 7 persone sono state assassinate davanti a una sinagoga a Neve Yaakov.
La pistola usata nell’attacco è stata sequestrata, ha detto la polizia.
Il commissario di polizia israeliano Kobi Shabtai, arrivato sul luogo dell’attacco insieme al comandante del distretto di Gerusalemme, ha ordinato la «presenza di una squadra di sicurezza permanente nell’area di Gerusalemme – l’unità d’élite antiterrorismo Yamam – per una risposta immediata a eventi insoliti». Ha dunque alzato l’allerta nazionale al massimo livello, ordinando agli agenti di polizia di lavorare su turni di 12 ore e consigliando agli israeliani di segnalare qualsiasi oggetto o individuo sospetto, e, a chi ne possiede, di portare con sé le proprie armi.
Il capo militare Herzi Halevi ha emesso istruzioni per aumentare le forze in Cisgiordania e lungo la sua barriera di sicurezza e per prepararsi a una potenziale escalation nella regione.
Il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha accolto con favore l’attacco: «l’azione eroica a Silwan è una conferma della continuazione dell’azione di resistenza in tutti i territori occupati».
Foto in alto: Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir sulla scena di un attacco a Neve Yaakov, Gerusalemme, 27 gennaio 2023. Ronen Zvulun/Reuters pubblicata da CNN.