di Roberto Zadik
Una situazione davvero grave in Israele, fra tensioni politiche accese, manifestazioni anti-governative dai toni decisamente aspri e emergenza Covid. Sta per concludersi un mese di luglio molto difficile per lo Stato ebraico e il Times of Israel, alla vigilia dell’importante digiuno di Tishabeav, che ricorda la distruzione di Gerusalemme e dei due Santuari, pubblica un di contagi nel Paese. Infatti ora il numero dei malati di Coronavirus sarebbe arrivato a 66,555 con 490 vittime dall’inizio della pandemia. Mai un numero così alto di infezioni anche secondo Ynetnews che conferma circa 33,377 pazienti negli ospedali, dei quali 315 in gravi condizioni dei quali 96 attaccati ai respiratori. Numeri allarmanti a proposito dei quali il Ministero della Salute ha confermato che il 28 luglio è avvenuto un “picco” di infezioni con 2,062 nuovi casi diagnosticati nel Paese e che nei test (su quasi 27 mila soggetti) è stata rilevata la percentuale dell’8 percento e lo specialista Ronni Gamzu direttore del prestigioso ospedale Ichilov di Tel Aviv ha affermato che saranno i militari dell’esercito israeliano (Idf) a occuparsi della situazione contagi. Questo perché, ha sottolineato il professore “I militari dispongono degli strumenti, delle tecnologiie e delle capacità per fermare questa pandemia”.
Il Paese sta dunque cercando di affrontare grintosamente questa emergenza sanitaria e Gamzu ha sottolineato la necessità di “un maggiore controllo e trasparenza sulle decisioni governative riguardo al virus”. Stando a quanto afferma Ynet in questi mesi c’è stata una maggiore sorveglianza nella diffusione della malattia e i test sono passati dai 10,000 soggetti dello scorso inverno ai 60,000 attuali e nel nuovo piano sanitario governativo chiamato Israel Protector verrà data maggiore autonomia alle autorità locali che potranno fronteggiare l’emergenza con maggiore autonomia e efficacia.
Ma come sarà possibile monitorare la diffusione del virus evidenziandone eventuali “focolai”? Ynet, in tema di nuovi provvedimenti sanitari, ha reso noto che le zone dell’infezione verranno evidenziate con due colori, verde dove la città ha un maggior numero di casi, se no la tinta sarà l’arancione. In questo modo i sindaci dei luoghi più “infetti” potranno decidere rapidamente riguardo all’apertura di negozi e attività.