di Paolo Castellano
Il Ministero della Sanità di Israele ha annunciato che dal 18 settembre potrebbe esserci un nuovo lock-down nel paese che durerà per due settimane. Nel frattempo l’istituto biologico di Ness Ziona ha dichiarato che il mese prossimo ci sarà la prima sperimentazione del vaccino contro il Covid-19 presso gli ospedali di Sheba e Hadassah.
Come riporta Israel National News, il 10 settembre è stato pubblicato sul quotidiano Yediot Ahronot un articolo in cui si legge che circa cento volontari, che saranno reclutati nei prossimi giorni, verranno coinvolti in un esperimento durante cui verrà somministrato il farmaco sperimentale. Nella prima fase verrà testata la sicurezza del preparato e se non ci saranno particolari effetti collaterali la sperimentazione verrà estesa ad altri pazienti.
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Il vaccino da testare si basa su un virus attivo che è innocuo per l’uomo e progettato in modo tale che il guscio contenga la proteina del Coronavirus. Una volta iniettato nel corpo umano il virus creato in laboratorio, gli scienziati prevedono che il sistema immunitario produrrà degli anticorpi contro il Covid-19.
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Il vaccino verrà utilizzato nei due ospedali israeliani dopo Sukkot. I test dureranno per diverse settimane e se funzionerà senza eccessivi effetti collaterali si procederà a misurarne l’efficacia.
Nuovo lock-down per Israele in vista di Rosh haShana e Kippur
Come riporta il The Times of Israel, il Ministero della Sanità israeliano ha dato l’ok per un nuovo lock-down per gli israeliani. Il confinamento potrebbe partire dal 18 settembre e si estenderebbe per due settimane fino alla festività ebraica Yom Kippur. Israele sarebbe infatti il primo paese al mondo ad applicare di nuovo il lock-down perché i contagi hanno superato i 4 mila casi giornalieri. La decisione tuttavia non è ancora stata pienamente approvata dall’amministrazione Netanyahu.
Secondo i giornali israeliani, verranno dunque chiuse le scuole e le attività commerciali, tranne i supermercati e le farmacie. Anche i take-away resteranno attivi ma gli spostamenti degli israeliani dovranno avvenire entro un raggio di 500 metri dal loro domicilio. Dopo questa prima fase, ce ne dovrebbero essere altre due.