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Un israeliano di 21 anni che ha combattuto contro l’Isis, probabilmente in Iraq, è agli arresti in un Paese arabo dal 2015, con l’accusa di omicidio. Lo scrive oggi La Stampa che racconta la storia di Adam Hassin, un canadese che vive in Israele, che due anni fa era andato a trovare i nonni, ma poi si era unito alle forze impegnate contro lo Stato islamico. Il Paese in questione è probabilmente l’Iraq, e le forze dove militava il ragazzo potrebbero essere quelle curde, ma i dettagli non sono stati resi noti per non intralciare le trattative. Sicuramente è una nazione che non ha rapporti diplomatici con Israele.
“Durante una pausa nei combattimenti – riporta il quotidiano – un autista che lo stava accompagnando ha scoperto la sua vera nazionalità e che era ebreo. A questo punto ha cercato di ucciderlo ma Hassin ha sparato per primo. E’ stato arrestato e accusato di omicidio volontario. Ora rischia la pena di morte.”
La sua storia è stata tenuta segreta fino a ora per non intralciare le trattative, ma oggi il viceministro per la Cooperazione regionale, Ayoub Kara, del Likud, ha deciso di rivelare la vicenda al quotidiano “Haaretz”. “Dopo un anno e mezzo di prigione stavano per eseguire la condanna a morte – ha spiegato -. Il padre mi ha contattato e siamo riusciti a fermarli. Ma a condizione che venga pagato un riscatto di 120 mila dollari. Così ho chiesto di poter rendere pubblici i fatti e agevolare la famiglia nella raccolta del denaro”.