di Ilaria Ester Ramazzotti
Lo Stato di Israele elargisce un risarcimento ai cittadini perseguitati durante la Shoah. In ragione di questa legge, alcuni israeliani di origine marocchina hanno intrapreso un’azione legale per essere riconosciuti quali perseguitati dal nazismo e ottenere il diritto al risarcimento. La Corte suprema israeliana, come riporta Haaretz, ha respinto la loro richiesta lo scorso 26 agosto.
Più nel dettaglio, un consiglio di tre giudici della Corte ha confermato una precedente sentenza del tribunale di Haifa, secondo cui la discriminazione contro gli ebrei in Marocco durante la seconda guerra mondiale, perpetrata per mano della Francia di Vichy (visto che il Marocco in quegli anni e fino al 1956 era un protettorato francese), non si qualifica come forma di persecuzione nazista secondo la legge israeliana. Benché i giudici abbiano riconosciuto che le leggi antisemite approvate nel 1940 dalle autorità di Vichy, alleate dei nazisti, abbiano portato a una sistematica riduzione delle libertà in settori quali l’occupazione, l’istruzione e l’abitazione, gli ebrei marocchini non hanno ottenuto il diritto al risarcimento da parte dello Stato ebraico per i sopravvissuti alla Shoah. Questo perché, dice la sentenza, le autorità marocchine avevano agito contro gli ebrei di propria iniziativa, senza essere costrette a farlo dalla Germania nazista.
I giudici hanno anche sottolineato le differenze fra il ruolo dello storico e quello del tribunale: “Il ruolo dello storico è separato da quello della Corte, e questa è una buona cosa – hanno scritto, riportati sempre da Haaretz -. Le prove della storia hanno molti referenti e sono soggette a integrazioni e aggiornamenti che risultano inappropriati per un concreto procedimento legale. La legge, invece, funziona secondo regole precise, con tutti i pro e i contro che ciò comporta”. I cittadini di origine marocchina che avevano presentato il ricorso, possono tuttavia impugnare la decisione chiedendo un’udienza davanti a un gruppo allargato di giudici della Corte suprema.
Se i querelanti avessero vinto, lo Stato avrebbe dovuto versare al totale degli immigrati dal Marocco sopravvissuti agli anni della guerra un totale di circa 123 milioni di dollari.