di Davide Foa
Probabilmente ne riconoscete solo una, quella sopra. La foto, scattata nel 1993, viene ancora oggi utilizzata da chi vuole lanciare un messaggio di pace riguardo all’annosa questione mediorientale.
Leggendo un articolo uscito qualche giorno fa sul quotidiano israeliano Haaretz veniamo però a conoscenza di un fatto: entrambi i ragazzi ritratti sono in realtà ebrei, Zvi Shapiro nella parte dell’israeliano, Zemer Aloni nelle vesti del palestinese. Ebbene sì, per anni (e ancora oggi), chi voleva far passare un messaggio di speranza, si è servito di un “fake”, come direbbero alcuni.
“Mi sentivo impacciato in quella condizione” rivela ad Haaretz Zvi Shapiro, il ragazzo, ora adulto, con la kippà.
La fotografia venne scattata da Ricky Rosen, giornalista americana, per la rivista canadese Maclean’s. E Haaretz rivela che “il direttore fu molto chiaro riguardo a ciò che voleva, tanto da fare un disegno per Rosen. Non gli interessava se i due ragazzi fossero stati israeliani o palestinesi”.
Del 9 dicembre è invece l’articolo di Haaretz in merito alla seconda foto, quella sulla sinistra. Differentemente da quella di Rosen, questa, scattata da Debbi Cooper, ritrae realmente un bambino israeliano e uno palestinese, Shmuel Greenberg e Nazih Awad. I due, provenienti da quartieri diversi di Gerusalemme, non si conoscevano; così Cooper organizzò un incontro tra le rispettive famiglie e ,dopo un’ora passata assieme, nacque la foto in questione.
Una foto spontanea, reale, che non ebbe bisogno di giochi di ruolo.