di Paolo Castellano
La conduttrice e giornalista siriana Maggie Khozam ha ospitato nel suo programma online un religioso musulmano, Mustafà Rashid. L’imam ha affermato che la Moschea di Al Aqsa non si troverebbe a Gerusalemme ma a Jaarana in Arabia Saudita, a 25 km da Medina. Inoltre, Rashid ha affermato che il Profeta non si recò mai in Palestina. «Ora parliamo della Moschea di Al-Aqsa – ha detto -. Quando ero uno studente dell’ultimo anno all’Università di Al-Azhar, al College of Sharia, ho fatto una ricerca e i documenti sono ora conservati all’Università di Al-Azhar. Ho infatti raccolto le prove che dimostrano che la Moschea di Al-Aqsa non è in Palestina.
La Moschea di Al-Aqsa si trova in una città chiamata Jaarana in Arabia Saudita. Allora, cos’è davvero la Al-Aqsa che si trova a Gerusalemme? È stata costruita dal califfo Abd al-Malik ibn Marwan (è scritto sul cartello che esiste ancora oggi) nel 63° anno del calendario islamico (Annus Hegirae). La storia del viaggio notturno del profeta Muhammad dalla Mecca a Gerusalemme ci fa comprendere il quadro: l’attaccamento dei musulmani ad Al-Aqsa è legato al fatto che Maometto si sia recato alla Moschea di Al-Aqsa. Benissimo, ma verso quale “Al-Aqsa”? Il profeta si è diretto in Palestina? No, il profeta non è andato in Palestina! La Moschea di Al-Aqsa esiste ancora a Jaarana (città); ci sono due moschee in questa città, una moschea chiamata “Al-Adna” e l’altra chiamata “Al-Aqsa”. “Al-Adna” è la più vicina e “Al-Aqsa” è la più lontana». La giornalista intervistatrice gli chiede se esistano ancora entrambe. «Sì, esistono ancora – conferma Rashid – e possiedo i documenti islamici che lo attestano. Secondo questo discorso i musulmani non potrebbero pretendere nulla in Palestina. Non si tratta più di un diritto, non vogliamo più avere questa posizione ambigua. Umanamente, tutti hanno il diritto di vivere, ma stiamo considerando il punto di vista religioso e la questione su “Al-Aqsa”».
Per Rashid è una bugia molto grande sostenere che “Al-Aqsa” sia in Palestina per un motivo molto semplice: la Moschea di Al-Aqsa ha ancora un cartello dove c’è scritto che “Abd al-Malik bin Marwan” l’ha costruita nel 63° anno del calendario islamico (Anno 63 AH). Sono dunque passati 60 anni o più dalla morte del Profeta. Come può il Profeta andare in una moschea quando non esiste? Questa è la prima questione. La seconda è che la Moschea di Al-Aqsa di Gerusalemme si trova accanto a una chiesa chiamata “Elijah” in cui Omar non fu disposto a pregare dopo esserci entrato. Lo ha fatto affinché i musulmani non la considerassero una moschea. Così è uscito e ha pregato fuori dalla chiesa. Questa chiesa è proprio accanto alla Moschea di Al-Aqsa. Se la Moschea di Al-Aqsa di Gerusalemme fosse esistita in quel momento, Maometto avrebbe pregato lì dentro, giusto?».
«Giusto», commenta la giornalista.
«Non ha pregato lì dentro – conclude l’imam Rashid – e proprio nessuno ha detto che in quel luogo c’era “Al-Aqsa”. Quindi vuol dire che non c’era. Tuttavia le persone non vogliono prestare ascolto e capire che stiamo vivendo di slogan, soltanto parole per alimentare un conflitto senza fine».
Traduzione del video: www.youtube.com/watch?v=tscy2hB4uMw.