Lapid propone soluzione a due Stati all’ONU. Netanyahu: “Butta Israele in un baratro”

Israele

di Paolo Castellano

Il 22 settembre, durante il suo discorso all’Assemblea Generale del ONU, il primo ministro israeliano Yair Lapid ha invocato una soluzione a due Stati per far cessare il conflitto israelo-palestinese e ha ribadito che Israele potrebbe fare “qualsiasi cosa necessaria” per fermare lo sviluppo di una bomba nucleare iraniana.

Come riporta Reuters, è la prima volta che un leader israeliano fa riferimento alla soluzione a due Stati durante una dichiarazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In questo modo, Lapid ha seguito il suggerimento del presidente americano Joe Biden che lo scorso agosto gli aveva chiesto di rinnovare questa proposta messa in disparte dal precedente governo.

«Un accordo con i palestinesi, basato su due Stati per due popoli, è la cosa giusta per la sicurezza di Israele, per l’economia di Israele e per il futuro dei nostri figli», ha detto Lapid.

Lapid ha inoltre aggiunto che qualsiasi patto dovrebbe portare alla realizzazione di un pacifico stato palestinese che non sia una minaccia per Israele.

Nel suo discorso, il primo ministro israeliano ha anche criticato l’Iran e annunciato che Israele non concederà al suo nemico di lunga data di sviluppare una bomba atomica.

«Il solo modo per impedire all’Iran di sviluppare un’arma nucleare è di mettere sul tavolo una concreta minaccia militare», ha detto. «Noi abbiamo le possibilità e non abbiamo paura di agire».

Israele considera l’Iran come una minaccia alla sua esistenza sebbene Teheran neghi di voler sviluppare un’arma nucleare. Spesso, sui social media e nei loro discorsi pubblici, i leader iraniani hanno affermato che lo Stato ebraico è il cancro del Medio Oriente e che dovrebbe essere estirpato in qualsiasi maniera.

L’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Tom Nides ha definito “coraggioso” il discorso di Lapid.

Reazioni dal Medio Oriente

Le parole di Lapid all’ONU non sono piaciute a Benjamin Netanyahu che le ha etichettate come “deboli e disfattiste”. «Dopo che il governo da me guidato ha rimosso dall’agenda internazionale la questione dello Stato palestinese, Lapid lo ha riportato alla ribalta, gettandoci in un baratro», ha commentato Netanyahu. «Noi non consentiremo che uno Stato “Hamas-istan” si costituisca presso le città israeliane di Kfar Saba, Natanya e Petah Tikva. Lapid mette in pericolo il nostro futuro e la nostra esistenza».

Anche il precedente primo ministro Naftali Bennett ha espresso il suo disappunto nei confronti di Lapid. «Non c’è alcuna logica nel riportare a galla il progetto dello Stato palestinese. Siamo nel 2022 e non nel 1993. Anche i nostri amici non si aspettano da noi che facciamo compromessi sulla nostra sicurezza e sul nostro futuro».

I palestinesi e i gruppi per i diritti umani non credono alle dichiarazioni del primo ministro israeliano. Wasel Abu Youssef, membro di spicco dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ha detto a Reuters che le parole di Lapid “non significano nulla”.