L’incendio della moschea. E degli animi

Israele

E’ cominciato tutto una decina di giorni fa nei pressi di Kiryat Arba, quando Asher Palmer, 25 anni, è stato ucciso mentre viaggiava in auto con il figlio Yehonathan di 1 anno.  La polizia, dopo aver analizzato la dinamica dell’incidente, ha concluso che l’incidente è stato causato dalle numerose pietre lanciate contro l’auto in corsa. Non solo, ma che  quelle pietre erano state lanciate con il chiaro intento di uccidere. Insomma, per la polizia si è trattato di un chiaro attacco di tipo terroristico.

Due giorni fa, la morte di Asher Palmer e di suo figlio è stata vendicata.  Coloni israeliani del nord della Galilea hanno dato alle fiamme la moschea del villaggio di Tuba Zanghaiyya, nei pressi dell’insediamento israeliano di Rosha Pina.

E’ la prima volta che un episodio simile di verifica in territorio israeliano, e la preoccupazione, a tutti i livelli, è molto alta; l’effetto-domino per molti è dietro la porta. La preoccupazione è alta a tutti i livelli, non a caso il presidente Shimon Peres, subito dopo la notizia dell’incendio, si è recato nel villaggio di Tuba-Zanghaiyya a visitare la moschea.

Sui muri, la firma inconfondibile degli autori,” Il prezzo da pagare”,  è stata immediatamente cancellata dalla polizia israeliana. Una mano di vernice tuttavia non può cancellare la rabbia e il desiderio di vendetta per lo sfregio subito. Già ieri infatti, si sono verificati violenti scontri fra la polizia israeliana e centinaia di giovani abitanti del villaggio di Tuba-Zanghaiyya decisi a dirigersi a Rosha Pina. Le forze di polizia hanno cercato di fermare i manifestanti, e al lancio di sassi e pietre si sono alternate alcune raffiche di mitra.

Un ufficiale della polizia israeliana parlando sotto stretto anonimato con il giornalista de “Il fatto”, ha espresso preoccupazione per il pericolo di escalation della violenza fra coloni e beduini israeliani: “Se diamo la possibilità a questi estremisti messianici ebrei di provocare gli arabi beduini e palestinesi che risiedono qui in Israele, la tensione tra i vari gruppi etnici potrebbe esplodere violentemente e mettere in pericolo la sicurezza di tutta Israele”.