Lo strano caso di rav Lior, per cui uccidere non è Male

Israele

di Renato Coen

Proteste, sit-in, manifestazioni davanti alla Corte Suprema. Arrestato per istigazione all’odio razziale, rav Dov Lior, capo rabbino di Kyriat Arba, ha mobilitato le folle di haredim in sua difesa. In barba al Sesto Comandamento, Lior sostiene che uccidere un non-ebreo che minacci Israele non è reato ma è giusto. Arrivando a negare lo Stato di diritto e a minacciare le istituzioni democratiche

Il sistema giudiziario israeliano sa come trattare i potenti: semplicemente come tutti gli altri. E in questo ha il pieno appoggio e sostegno di tutta la classe politica al potere. Sembra strano e assurdo detto in un paese come l’Italia dove il Presidente del consiglio pur di salvare i propri affari privati è pronto a calpestare qualsiasi principio di uguaglianza davanti alla legge. E in Italia può apparire ancora più strano che intellettuali, politici, giornalisti di qualsiasi parte, si fermino di fronte al diritto e non accusino, mai, procure o corti costituzionali di intesa col nemico (politico).

Noi scriviamo dal paese che ha incriminato il proprio Presidente della Repubblica, ancora in carica, per stupro e molestie sessuali, per poi condannarlo al termine di un normalissimo processo. E dal paese che ha costretto l’ex premier Ehud Olmert a dimettersi per accuse di corruzione che farebbero ridere rispetto a quelle che pendono sulla testa di Berlusconi o di altri esponenti politici italiani.

Israele, però, a fronte di un sistema giudiziario e istituzionale così sano deve invece fare i conti con una realtà sociale estremamente complessa e potenzialmente pericolosa. Una significativa percentuale della popolazione infatti sembra volersi porre al di fuori della Stato di diritto. Ci sono due gruppi principali che rappresentano una minaccia alle istituzioni democratiche e liberali israeliane. Quello degli haredim, molti dei quali sono dichiaratamente antisionisti. E quello degli ultranazionalisti religiosi, per lo più residenti nelle colonie della Cisgiordania.

Che gli ultraortodossi siano da sempre in un loro mondo a sé, parallelo e spesso in contrasto con lo Stato in cui risiedono, è cosa nota. In molti sostengono che un giorno gli israeliani si troveranno coinvolti in uno scontro interno durissimo tra haredim e laici o religiosi moderati.

Ciò che però preoccupa sempre di più le autorità e molti analisti, è la crescita continua dei movimenti di estrema destra religiosa. Gruppi consistenti di estremisti portatori di un’ideologia razzista, a tratti fascistoide, certamente pericolosa per uno Stato di diritto. Autori di violenze, provocazioni e minacce specialmente contro i palestinesi e contro i soldati che a volte (per la verità non molto spesso), devono fermare le loro iniziative e le loro azioni illegali.

Questa estate migliaia di loro sono scesi in piazza a Gerusalemme bloccando la città. Protestavano contro l’arresto e l’interrogatorio di Rav Dov Lior, caporabbino dell’insediamento ebraico di Kiryat Arba, vicino Hebron. Il “maestro” era stato fermato dalla polizia per aver più volte rifiutato di rispondere alle convocazioni degli agenti. La magistratura infatti lo aveva accusato di istigazione all’odio razziale. Lior aveva lodato e sostenuto gli insegnamenti presenti in un libro, Torat Ha Melech, pubblicato nel 2009, da due rabbini a loro volta incriminati. Nel testo si diceva che uccidere un non ebreo se minaccia Israele è giusto. E si precisava: «Il comandamento ‘Non uccidere’ si applica solo a un ebreo che uccide un ebreo…. I non ebrei sono impietosi per natura e bisogna attaccarli per frenare le loro inclinazioni diaboliche». Come se non bastasse il libro se la prendeva anche con i non ebrei più piccoli: «I bambini e i figli dei nemici di Israele possono essere uccisi quando appare evidente che cresceranno per farci del male».

questione genetica?

La cosa che spaventa non è solo che uno o due pazzi fanatici scrivano idiozie del genere. E non è neanche il fatto che il rabbino Lior e Yaacov Yosef, figlio del capo spirituale del partito di governo Shas, siano d’accordo con quanto è scritto. Ciò che reputiamo veramente pericoloso è che questa gente ha un seguito, grande, all’interno del movimento dei coloni. Le migliaia di persone che hanno manifestato a Gerusalemme e poi hanno insultato il Procuratore generale, la Corte Suprema, il Ministro della giustizia, sono un cancro pericolosissimo che si sta diffondendo in alcuni settori della società israeliana. E va detto senza mezze misure.

Per fortuna, come abbiamo sottolineato prima, il sistema giudiziario ed istituzionale del paese è solido. Il Ministro della giustizia, pur appartenendo ad un governo di destra, appoggiato dai coloni, ha freddamente reagito alle proteste sottolineando che la legge è uguale per tutti, che Israele è uno Stato di diritto e che Lior sarà pure il capo rabbino di una comunità importante ma deve essere trattato come qualsiasi altro israeliano visto che su di lui pende la grave accusa di istigazione razziale.

Bisogna constatare al contempo però che anche l’ebraismo non è immune da pericolose degenerazioni razziste e criminali. In un passato numero del Bollettino affrontammo l’argomento dei rabbini di Zfat che ordinavano di non affittare le case ai non ebrei; ora Israele si trova di fronte a folle di manifestanti che invocano un trattamento diverso di fronte alla legge basato sull’appartenenza etnica, razziale o religiosa. Molti giovani estremisti infatti chiedevano durante le proteste di andare ad arrestare gli arabi e di lasciare in pace gli ebrei.

Lo stesso rabbino Lior, non si è fermato solo alle lodi nei confronti del libro Torat Ha Melech. Pochi mesi fa il nostro “saggio” ha dato prova di non aver nulla da invidiare ai teorici della purezza della razza del Ventesimo secolo. Parlando di inseminazione artificiale, Lior ha affermato che è meglio un donatore di sperma ebreo ma sconosciuto, col rischio che questi abbia malattie genetiche, che un donatore “gentile” sicuramente sano. Il rabbino ha argomentato così: “Sefer HaChinuch afferma che i tratti caratteristici del padre passano al figlio. Se il padre non è ebreo, quali tratti caratteristici potrebbe avere il bambino? Tratti di crudeltà e di barbarie! Queste non sono caratteristiche del popolo di Israele”. “Gli ebrei -ha continuato Lior- sono misericordiosi, timidi e caritatevoli . Una persona nata da genitori ebrei ha questi tratti trasmessi nel sangue, è una questione genetica. Se il padre è un gentile invece, il figlio viene privato di queste cose”.

Lior rimane, tutt’ora, capo rabbino di una grande colonia. È il maestro principale e più stimato della comunità di Kiryat Arba. Se avesse ragione lui, che la trasmissione di qualità e difetti è solo genetica, dovremmo perdere le speranze per i suoi figli e nipoti e per i figli di tutti i coloni che sono andati a manifestare in suo favore.

Addio Israele democratica insomma, col ritmo di crescita che ha questa gente! Per fortuna invece, molto può fare l’educazione e la crescita in un ambiente sociale e politico differenti. Per questo crediamo che Israele debba seriamente preoccuparsi di frenare qualsiasi tipo di ideologia razzista e fascista. Lo sta facendo già punendo con la legge i cattivi maestri più in vista, dovrebbe farlo con più decisione isolando e perseguendo tutti i coloni che minacciano, con la loro ideologia e le loro azioni quotidiane, il futuro liberale e democratico dello Stato.