di Avi Shalom
GERUSALEMME – Israele è rimasto sgomento in seguito alla uccisione nell’insediamento di Itamar (Cisgiordania) da parte di due attentatori palestinesi di cinque membri della famiglia Fogel: i genitori Udi e Ruth (36 anni) e i figli Yoav (11 anni), Elad (4 anni) e Hadas – di appena tre mesi.
La brutalità della loro esecuzione lascia senza fiato. Sorpresi nel sonno, nei loro letti, tutti sono stati sopraffatti e pugnalati alla gola. Gli assassini hanno poi infierito sui loro corpi. A scoprire il massacro – avvenuto nella sera del venerdį – è stata la figlia dodicenne, rientrata a tarda notte da una riunione del movimento giovanile religioso Bene’ Aqiva. In una stanza, ignorata dai killer palestinesi, erano rimasti miracolosamente in vita due altri fratellini.
Oltre la incredibile efferatezza della strage, Israele è stato ferito dal silenzio mantenuto per molte ore dall’Autorità nazionale palestinese. Solo dopo molte ore il premier Salam Fayad ha condannato, in termini generici, “ogni forma di violenza’’. Dietro le insistenze della stampa ha aggiunto: “Condanniamo anche l’attentato di Itamar’’. Il presidente Abu Mazen, solo in serata, ha trovato modo di telefonare al premier Benyamin Netanyahu e di condannare a sua volta la strage.
Più grave ancora: nessun intellettuale palestinese, nessun artista o scrittore ha saputo dire in arabo alla sua gente che niente può mai giustificare il pugnalamento a morte di un bebè.
A quanto pare all’origine della strage potrebbe esserci una vendetta privata di palestinesi dei villaggi vicini per la uccisione di loro congiunti, un anno fa, in scontri con l’esercito. Ma il terreno ribolle di collera. Già ieri agricoltori palestinesi sono stati attaccati da gruppi di coloni. Dopo due anni di calma relativa, la Cisgiordania rischia adesso di tornare a sprofondare in una spirale di violenza e di sangue.