di Paolo Castellano
Parecchi media italiani – s’intende non tutti – hanno trattato la notizia del terribile attentato avvenuto il 21 luglio nell’insediamento di Halamish (presso Ramallah in Cisgiordania) come un banale fatto di cronaca nera israeliana.
Come riporta la CNN, tre israeliani sono stati accoltellati a morte in un insediamento della West Bank. L’attacco è avvenuto dopo gli scontri tra i palestinesi e le forze israeliane avvenuti nella città vecchia di Gerusalemme. Un terrorista palestinese impugnando un coltello ha ferito e ucciso tre israeliani a Halamish, un insediamento a nord di Ramallah. Una quarta persona invece è stata ferita gravemente. Eli Bin, il direttore della Croce Rossa israeliana ha detto che l’attentatore è stato neutralizzato dall’esercito israeliano ed è gravemente ferito. Il terrorista è stato portato in ospedale.
In un messaggio su Facebook pubblicato prima dell’attentato, il terrorista aveva espresso il desiderio di reagire concretamente alle nuove restrizioni per accedere alla moschea al-Aqsa di Gerusalemme. L’attentatore dopo aver saltato la recinzione di confine “è riuscito a entrare furtivamente in una stanza di una casa vicina al perimetro del villaggio”, ha detto una fonte alla CNN.
Il terrorista è un giovane palestinese che faceva parte di Hamas. «Benediciamo l’eroe di Halamish che ha reagito all’occupazione sionista e ai crimini contro la nostra gente a Gerusalemme e contro la moschea al-Aqsa», Hamas ha scritto su Twitter.
L’attentato sanguinoso
Sui social network girano le terribili immagini dell’appartamento ricoperto di sangue dove sono stati trucidati tre israeliani, due uomini di 60 e 40 anni, e una donna di 40 anni dal terrorista palestinese di 19 anni. Il terribile delitto è avvenuto di Shabbat, il giorno della preghiera ebraica, in cui una famiglia stava celebrando la festività in totale tranquillità. Miracolosamente una donna di 60 anni si è salvata nonostante le numerose coltellate ricevute.
L’atteggiamento dei media
Si è voluto colpire l’ebraismo sacrificando sull’altare del fanatismo tre innocenti per cercare di intimorire Israele dopo le contromisure di sicurezza adottate alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. Come scrive il giornalista del Foglio Giulio Meotti in suo post su Facebook: «La loro morte è già equiparata sui media a quella dei “tre palestinesi uccisi in scontri a Gerusalemme est”. Falsa equivalenza morale. Tre ebrei assassinati in quanto ebrei non sono come tre palestinesi rimasti uccisi mentre attentavano alle forze di difesa israeliane».
Il problema comunicativo emerge anche quando le fonti d’informazione italiane minimizzano l’ultimo attentato come “fallo di reazione” da parte dei musulmani che si sentirebbero oppressi da Israele per l’istallazione di qualche metal detector per accedere alla spianata garantendo la sicurezza di tutti. Ecco allora il velato sottotesto: i tre cadaveri israeliani controbilanciano le morti palestinesi di questi giorni. Un terribile ragionamento lontano da qualsiasi razionalità.
Le vittime israeliane inoltre hanno subito una sorta di disumanizzazione quando negli articoli sono state definite come semplici “coloni”. Per di più parecchi giornalisti hanno evitato di utilizzare la parola terrorista – non è di certo una novità – preferendo l’etichetta “giovane” o “assalitore” riferendosi all’assassino palestinese di 19 anni come nel caso del sito di Rai News in cui si legge: “In serata un giovane palestinese (ora in ospedale) ha ucciso tre coloni”. Solo a metà notizia il palestinese viene definito terrorista.
Non accade per il Messaggero che ha pubblicato: “3 coloni israeliani sono stati accoltellati a morte in un insediamento in Cisgiordania: due uomini e una donna. Ucciso anche l’aggressore palestinese”.
Il Post invece preferisce non chiarire subito la matrice palestinese dell’attentato: “tre giovani palestinesi sono stati uccisi durante gli scontri con la polizia israeliana e tre coloni israeliani dell’insediamento di Halamish, in Cisgiordania, sono stati accoltellati e uccisi in un attentato avvenuto nella loro casa”.
Il quotidiano più virtuoso rimane La Stampa che ha deciso di pubblicare le terribili foto dell’attentato.
Perché c’è una tendenza a giustificare e ad edulcorare gli attentati palestinesi quando a poche ore dall’uccisione dei tre israeliani a Gaza si festeggiava e celebrava il massacro della villetta di Nevé Tsuf con balli in piazza? È un atteggiamento a dir poco sconcertante pensando invece al clamore mediatico suscitato dagli attentati avvenuti in Europa. Tutti poi ci chiediamo dove sia la Comunità internazionale in questo momento e perché non prenda posizione sui terribili fatti di queste ore. L’antisemitismo dei palestinesi continua ad uccidere ma Israele come ha dimostrato in passato reagirà per consentire ai propri cittadini di aspirare alla pacifica convivenza.