di Roberto Zadik
Una storia davvero incredibile di una trasformazione completa, da palestinese visceralmente antisemita a sostenitrice di Israele. Recentemente il sito Times of Israel ha pubblicato la vicenda di una certa Sandra Solomon – ovviamente il nome è fittizio e nascosto dalla protagonista – una giovane 38enne nata a Ramallah e cresciuta in Arabia Saudita e successivamente immigrata in Canada dove si è convertita al cristianesimo. Come se non bastasse, a rendere ancora più interessante il tutto, la ragazza è la nipote di Saher Habash, uno dei fondatori del movimento terroristico Al Fatah e leader della Seconda Intifada.
Immediatamente la Solomon è stata denunciata dalla famiglia di apostasia e ripudiata per questa sua decisione e per aver dichiarato di essere diventata cristiana e di amare Israele. Infuriati riguardo alla sua scelta, i famigliari hanno rilasciato un comunicato sull’agenzia giornalistica palestinese Ma’an. “Sandra non stava cercando la verità ma soldi e fama”. Secondo le accuse della famiglia riportare nella nota la ragazza “convertendosi dall’Islam al cristianesimo non ha trovato la fama che stava cercando ma piegandosi ai sionisti ha ottenuto quello che voleva”.
Un testo decisamente aspro e risentito che qualche giorno dopo è stato seguito dall’intervista entusiasta e molto sionista, rilasciata mercoledì scorso, dalla Solomon sulla tv israeliana Channel 2. “Amo Israele a tal punto – ha detto la giovane – che ho un tatuaggio con la parola Israele tatuato sulle spalle”. Una svolta epocale per la ragazza dimostrata anche dal suo ambiente d’origine.
Durante l’intervista la ragazza ha specificato: “sono cresciuta in una famiglia palestinese che detestava gli ebrei, rimpiangeva Hitler inneggiando all’Olocausto”. Il confine fra ribellione famigliare e reale cambiamento è molto sottile ma la giovane sembra totalmente trasformata e ora indossa una Stella di Davide attorno al collo e si batte per i diritti di Israele sperando che gli ebrei la perdonino per gli insulti e la demonizzazione dello Stato ebraico da parte della sua famiglia. “Ho lasciato l’islam perché non sopportavo più di indossare forzatamente il velo e detestavo le restrizioni imposte dalla Shari”, ha concluso la Solomon che ha ribadito di battersi per le sue convinzioni in nome della verità a favore di Israele anche “a rischio di morire se sarà necessario”.