Nonostante il boicottaggio, export israeliano di armi da record per il terzo anno di fila

Israele

di David Fiorentini
Nonostante le numerose campagne di boicottaggio internazionale, le esportazioni annuali di armi israeliane del 2023 hanno raggiunto un nuovo record per il terzo anno consecutivo, quasi raddoppiando il valore di cinque anni fa, riporta The Times of Israel.

La Direzione per la Cooperazione Internazionale del Ministero della Difesa (SIBAT) ha rilasciato che le vendite per il 2023 hanno totalizzato 13 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 12,5 miliardi del 2022.

Su oltre 120 ditte, l’industria di difesa israeliana è dominata principalmente da tre grandi aziende, Elbit Systems, Israel Aerospace Industries e Rafael, che hanno tutte registrato importanti incrementi.

“Nonostante la guerra, il 2023 ha segnato un nuovo record ed è stato caratterizzato da significativi contratti di esportazione,” ha dichiarato in una nota il ministero.

In particolare, con lo scoppio della guerra il 7 ottobre, il Ministero della Difesa ha iniziato a operare in modalità di emergenza, con le aziende belliche impegnate a pieno regime per sostenere sia il fabbisogno interno, producendo armi ed equipaggiamenti per le Forze di Difesa Israeliane, sia gli ordini precedenti per clienti esteri.

“Anche in un anno in cui lo Stato di Israele combatte su sette fronti diversi, le esportazioni di difesa dello Stato di Israele riescono a continuare a battere record. Questo fatto è un attestato di merito, prima di tutto, per le nostre industrie della difesa e per le menti creative e talentuose che vi lavorano e le spingono verso vette di innovazione rivoluzionaria,” ha affermato il Ministro della Difesa Yoav Gallant.

Inoltre, “mentre le nostre industrie sono principalmente focalizzate nel fornire le capacità per supportare le nostre truppe e difendere i nostri cittadini, continuano anche a perseguire aree di cooperazione ed esportazioni verso partner internazionali”, ha aggiunto.

Nella fattispecie, gli equipaggiamenti più esportati sono stati i sistemi di difesa anti aerea, come Arrow 3 acquistato dalla Germania con un contratto da ben 4 miliardi di euro. A seguire, con grande distacco, i sistemi radar e i lanciarazzi.

Sebbene Israele sia noto per i sistemi di cyber-security, questi hanno costituito solo il 4% del fatturato. Veicoli aerei senza pilota e droni, velivoli con equipaggio, avionica, sistemi di osservazione, sistemi di comunicazione, veicoli, sistemi marittimi, munizioni e servizi hanno costituito gran parte del resto.

Da un punto di vista geografico, la regione Asia-Pacifico è stata il maggior acquirente con il 48%, seguita dall’Europa con il 35% e Nord America con 9%.

L’unica area che invece ha registrato un calo consiste nei paesi degli Accordi di Abramo, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco, che hanno acquistato solo il 3% delle armi israeliane, rispetto al 24% del 2022.

Ancora è difficile stimare come la guerra in corso abbia impattato le statistiche per il 2024, tuttavia l’aumento di partnership strategiche e la riconosciuta efficienza dei sistemi israeliani contribuiranno in maniera significativa a mantenere la posizione di Israele come collaboratore internazionale valido e competente.