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“Dovremo assumere alcune difficili decisioni politiche e rischi, se vogliamo fare passi avanti”. Questo è quanto dichiarato lunedì 17 marzo dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante l’incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas, che ha incontrato a Washington.
Tutte le parti, ha detto Obama, comprendono come dovrebbero essere le cornici dell’accordo di pace, ma raggiungerle continua a essere una sfida, mentre la scadenza di aprile si avvicina. Abbas, nell’incontro, ha detto di considerare i colloqui una opportunità storica. Due settimane fa Obama aveva tenuto un incontro simile con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in cui aveva chiesto di prendere “difficili decisioni” necessarie a fare passi avanti.
Obama ha descritto Abbas come un leader che “ha costantemente rinunciato alla violenza, ha fortemente cercato una soluzione diplomatica e pacifica che permetta due Stati, fianco a fianco in pace e sicurezza. Uno Stato che permetta la dignità e la sovranità del popolo palestinese e uno Stato che permetta agli israeliani di sentirsi sicuri e in pace con i loro vicini”.
Abbas ha anche citato l’accordo raggiunto tramite il segretario di Stato Usa, John Kerry, a proposito del rilascio dei prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane, una delle condizioni ai colloqui. “Siamo speranzosi che il quarto blocco sarà rilasciato entro il 29 di marzo, perché questo darebbe una impressione molto solida” che Israele è serio sul processo di pace, ha dichiarato Abbas alla Casa Bianca.
Intanto, centinaia di sostenitori di Abbas hanno manifestato in diverse città della Cisgiordania, chiedendogli di resistere alle pressioni americane nell’incontro con Obama. E mentre diversi membri della linea dura del governo israeliano hanno messo in dubbio la volontà di Abbas di raggiungere un accordo di pace, oggi è arrivato il sostegno del presidente israeliano Shimon Peres. “Dobbiamo continuare a lavorare con l’Autorità palestinese e con il presidente Abbas”, ha detto Peres, definendolo “un uomo di principi”.