di Ilaria Ester Ramazzotti
Israele si prepara a giorni di combattimento, dopo il lancio di missili dalla Striscia di Gaza contro il Sud e zone centrali dello Stato ebraico, martedì 12 novembre. L’attacco di missili è stato successivo all’uccisione mirata del leader della Jihad islamica palestinese (PIJ) Bahaa Abu Al-Ata, compiuta all’alba con un attacco aereo di precisione israeliano. Ne parla oggi la stampa israeliana.
L’IDF, le forze armate di Israele, rendono noto di aver contato oltre 190 missili sparati contro il Paese, di cui 60 sarebbero stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Nella città di Ashkelon sono stati aperti i rifugi antiaerei per la popolazione e le scuole sono state chiuse per gravi motivi di sicurezza. Ashdod è in stato di emergenza. Sderot, dove è stato colpito l’edificio di una fabbrica, ha subito la pioggia di alcuni missili. A Netivot un razzo ha centrato una casa, causando una grande quantità di danni, mentre un altro ha danneggiato il tetto di un’altra abitazione civile nella regione di Eshkol. A Rishon Lezion un razzo è caduto lungo una strada.
Le sirene sono risuonate fino a Tel Aviv. Migliaia di persone hanno ricevuto l’ordine di rimanere vicino ai rifugi o a stanze protette delle loro abitazioni. Intanto l’IDF ha rafforzato il dispiegamento di truppe vicino a Gaza e ha dichiarato di essere preparato per eventuali e molteplici sviluppi della situazione.
Ci sarebbero dei feriti, quasi tutti non gravi. il Times of Israel riporta che un israeliano è rimasto lievemente ferito da un razzo caduto nei pressi di Gan Yavne, mentre una bambina di otto anni ha avuto un grave malore dopo il lancio di un razzo contro la città di Holon, ed è stata rianimata con un defibrillatore e ricoverata incosciente in ospedale.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato: “I terroristi pensano di poter colpire i civili e nascondersi dietro i civili. Abbiamo dimostrato che possiamo colpire un terrorista con danni minimi ai civili. Chiunque pensi di poter colpire i nostri civili sbaglia. Se ci colpisci, ti colpiremo”.
Aviv Kochavi, a capo dell’IDF, ha affermato che Al-Ata aveva cercato di minare gli sforzi di Israele di raggiungere un cessate il fuoco con Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riferisce il Jerusalem Post. “Negli ultimi giorni stava lavorando per perpetrare attacchi contro Israele – ha sottolineato -. Abbiamo cercato di contrastare i suoi sforzi in diversi modi senza successo e quindi abbiamo avanzato un omicidio mirato”. Il portavoce dell’IDF, generale Hidai Zilberman, ha comunicato che i militari avevano ricevuto informazioni specifiche sulla posizione di Al-Ata e preso di mira la stanza dove dormiva. L’operazione era stata svolta in collaborazione con lo Shin Bet.
La stampa israeliana riporta anche alcune reazioni le dichiarazioni di alcuni capi palestinesi. La Jihad islamica palestinese, confermando la morte del suo comandante militare Baha Abu al-Ata, ha detto in un volantino diffuso a Gaza: “La nostra reazione farà tremare l’entità sionista”, mentre il capo politico Ziad Nahale ha affermato, secondo i media locali, che «Israele ha oltrepassato tutte le linee rosse. Reagiremo con forza”. Il segretario generale dell’OLP Saeb Erekat ha condannato come un crimine l’uccisone di Al-Ata. Il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha invece dichiarato che “il sangue del nostro popolo e dei nostri leader è una linea rossa e preziosa per tutti i palestinesi”.