Oltre 40.000 a Tel Aviv protestano contro Netanyahu per voler licenziare il capo dello Shin Bet

Israele

di Nina Prenda
Le accuse contro Netanyahu, da lui negate, sostengono che il leader abbia posto fine al cessate il fuoco e affondato i negoziati sugli ostaggi al fine di rafforzare il sostegno politico del premier con gli alleati di estrema destra in vista di un voto chiave sul bilancio alla fine di questo mese.

 

La sera di martedì 18 marzo circa 40.000 persone hanno riempito piazza Habima di Tel Aviv e l’area circostante per protestare contro i piani del primo ministro Benjamin Netanyahu di spodestare il capo dello Shin Bet Ronen Bar, nel pieno di un’indagine su presunti legami tra gli aiutanti del premier e il Qatar. 

Non è ancora chiaro quando il gabinetto si riunirà per licenziare Ronen Bar.

“È arrivato il momento di rovesciare il dittatore” cantava in coro la folla riferendosi a Netanyahu mentre i manifestanti proiettavano sull’adiacente edificio del teatro nazionale le parole “Mr. Abandonment”. 

La manifestazione, che è stata una delle più grandi contro il governo negli ultimi mesi, è arrivata mentre Israele ha ripreso a combattere nella Striscia di Gaza, aprendo la strada al ritorno al gabinetto del politico di estrema destra Itamar Ben Gvir, che è stato tra le voci più forti che chiedono la cacciata di Ronen Bar e del procuratore generale Gali Baharav-Miara, che è anche nel mirino della coalizione.

Roni Alsheich, un ex capo della polizia che ha pubblicamente litigato con Netanyahu, ha accusato il premier di aver lasciato che il Qatar fungesse da mediatore del cessate il fuoco proprio in modo che Hamas rimanesse al potere e fungesse da contrappeso all’Autorità palestinese con sede in Cisgiordania.

“L’obiettivo strategico del Qatar è mantenere il dominio di Hamas”, ha detto Alsheich. “Gli ostaggi sono una pedina del Qatar verso questo obiettivo”.

La protesta è stata organizzata dal gruppo “Protective Wall for Israel”, che dichiara di riunire 169 ex alti funzionari dell’esercito, della polizia, del Mossad e dello Shin Bet. Il maggiore generale Noam Tibon, uno degli organizzatori della manifestazione, ha detto che i partecipanti si aggiravano intorno alle 40.000 persone, rendendola una delle più grandi manifestazioni di contestazione contro il governo Netanyahu da settembre.

Le accuse contro Netanyahu, da lui negate, sostengono che il leader abbia posto fine al cessate il fuoco e affondato i negoziati sugli ostaggi al fine di rafforzare il sostegno politico del premier con gli alleati di estrema destra in vista di un voto chiave sul bilancio alla fine di questo mese.

L’ex capo di Shin Bet Yoram Cohen ha detto che “la vera minaccia esistenziale non sono Hamas e Hezbollah, ma coloro che cercano di cambiare il carattere democratico di Israele”.

“La guerra ‘pace per Netanyahu’ è iniziata”, ha accusato l’ex capo del Mossad Tamir Pardo, uno dei numerosi ex alti funzionari della sicurezza a parlare alla manifestazione. Riferendosi alle accuse penali mosse contro Netanyahu, ha accusato che il “codardo, ciarlatano e bugiardo” stava mettendo Israele sulla buona strada per l’autodistruzione.

Così mentre la folla accusa i leader dello Stato ebraico di abbandonare la nazione per interessi politici ristretti e gli agenti di polizia si scontrano con il premier, l’ex capo del Mossad non ci gira intorno e dice che il primo ministro di Israele rappresenta “un pericolo chiaro e presente per la sicurezza della Nazione”.