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“Attaccare gli ebrei è antisemitismo, ma anche l’attacco deliberato contro lo Stato di Israele è antisemitismo. Ci possono essere disaccordi dei governi su questioni politiche, ma Israele ha diritto ha diritto di esistere in prosperità e sicurezza”. Così Papa Francesco si è espresso mercoledì 28 ottobre con alcuni rappresentanti del World Jewish Congress, in occasione del 50° anniversario della dichiarazione del Concilio Vaticano II Nostra Aetate, che segnò una vera e propria svolta nei rapporti fra la Chiesa Cattolica e gli ebrei. Le celebrazioni sono avvenuta nella Basilica di San Pietro durante un’udienza che il Papa oggi ha voluto fosse interreligiosa.
«Una speciale gratitudine a Dio merita la vera e propria trasformazione che ha avuto in questi 50 anni il rapporto tra cristiani ed ebrei», ha affermato il Papa. «Indifferenza e opposizione si sono mutate in collaborazione e benevolenza – ha detto -. Da nemici ed estranei siamo diventati amici e fratelli». La via tracciata dal testo conciliare è: “” alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; ‘no’ ad ogni forma di antisemitismo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano. La
conoscenza, il rispetto e la stima vicendevoli costituiscono la via che, se vale in modo peculiare per la relazione con gli ebrei, vale analogamente anche per i rapporti con altre religioni”. Il Papa pensa in particolare «ai musulmani, che come ricorda il Concilio adorano il Dio unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini».
«A causa della violenza e del terrorismo si è diffuso un atteggiamento di
sospetto o addirittura di condanna delle religioni – ha aggiunto il Papa -. In realtà, benché nessuna religione sia immune dal rischio di deviazioni fondamentalistiche o estremistiche in individui o gruppi, bisogna guardare ai valori positivi che esse vivono e propongono».
L’udienza si è poi conclusa con una preghiera silenziosa di tutti i rappresentanti religiosi. “Chiediamo al Signore che ci faccia più fratelli fra noi e più servitori dei nostri fratelli più bisognosi – ha chiesto il Papa prima di iniziare la preghiera. Preghiamo in silenzio».
WJC: rapporti fra ebrei e cattolici mai stati migliori
«Quanto è successo a partire dalla dichiarazione Nostra Aetate non può essere definito altro che un miracolo. I rapporti fra cattolici ed ebrei non sono mai stati migliori nella storia». A dichiararlo in una conferenza stampa dopo aver incontrato Papa Francesco, è Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress.
Dopo la dichiarazione Nostra Aetate «c’è stato un significativo cambiamento e un dialogo aperto, che durano da 50 anni», ha proseguito Lauder, riferendosi alla dichiarazione diffusa nel 1965 dal Concilio Vaticano II sui rapporti fra ebrei e cristiani.
«Per gli ebrei, Papa Francesco è molto, molto importante», ha aggiunto il presidente del Wjc, che ha voluto ricordare come il Pontefice abbia espresso oggi «una speciale gratitudine a Dio» per la trasformazione positiva dei rapporti fra cristiani ed ebrei. «Oggi è un giorno importante per il popolo ebraico», ha sottolineato infine Lauder che
questa mattina ha partecipato all’udienza interreligiosa a Piazza San Pietro assieme a 150 leader ebraici ed ha poi avuto un incontro privato con Papa Francesco.