di David Zebuloni
Esiste una domanda che caratterizza il Seder di Pesach più di ogni altra cosa. Una domanda semplice, sempre la stessa tra l’altro, che i figli pongono ai propri genitori da generazioni e generazioni, dando così vita ad una catena infinita di interrogativi irrisolti: “Cosa c’è di diverso questa notte da tutte le altre notti?”.
La risposta solitamente si limita a descrivere la tavola del Seder, dove si possono trovare le azzime al posto del pane e le foglie di lattuga amara al posto delle altre verdure più dolci. Quest’anno la risposta è stata ben più complessa. “Cosa c’è di diverso questa notte da tutte le altre notti?”. Molte cose sono cambiate infatti dagli anni precedenti. Per esempio, gli ebrei di tutto il mondo quest’anno hanno dovuto rinunciare a trascorrere il Seder in compagnia, isolandosi per salvaguardare la salute dei membri più anziani della famiglia.
Decine di migliaia di nonni hanno benedetto i quattro bicchieri di vino da soli, lontani dai loro figli e dai loro nipoti. Tra loro vi è Miriam Peretz, nota in Israele per aver perso due dei suoi sei figli in guerra. Miriam è rimasta anche vedova in età giovane, così che si è ritrovata a dover celebrare il Seder di Pesach quest’anno completamente da sola. Prima del calar del sole, ha deciso Miriam di pubblicare su Facebook la sua tavola apparecchiata in festa, e l’immagine in pochi minuti è diventata virale. Accanto al suo piatto e al bicchiere di vino, ha appoggiato Miriam una pila di album di famiglia raffiguranti i volti dei suoi nipoti. Nel post di accompagnamento alla fotografia ha poi scritto: “Un solo piatto e un solo bicchiere, ma tanta fede nel mio cuore”.
Per ovviare a questo problema e garantire anche ai più anziani un Seder in compagnia, si è aperto un vero e proprio dibattito rabbinico. Permettere forse l’uso delle piattaforme sociali per accorciare le distanze? Allentare le regole halachike per non causare dispiacere a chi si ritrova seduto a tavola da solo? La maggior parte dei rabbini si sono opporti all’uso delle videochiamate o di zoom, ma altri hanno deciso di fare uno strappo alla regola date le circostanze.
Anche Channel 12, in Israele, si è mobilitato per garantirsi che nessuno si senta solo in un giorno così particolare. In quattro e quattr’otto hanno ideato quello che verrà poi ricordato come il Seder di Pesach più grande della storia. Nello studio televisivo infatti vi era un lungo tavolo imbandito attorno al quale vi erano seduti i conduttori televisivi e alcuni ospiti di eccezione, tra i quali cantanti, attori e comici. Tuttavia i partecipanti presenti in studio erano relativamente pochi se considerati i numerosi ospiti che hanno contribuito da lontano. Alcuni in diretta, altri registrando i loro auguri prima dell’entrata della festività.
Ad aprire il Seder infatti le parole del Capo di Stato, Reuven Rivlin: “Anche se lontani, siamo sempre vicini”, ha affermato sorridendo. A seguire le parole del Capo del Governo, Benjamin Netanyahu: “Pesach rappresenta il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Un passaggio che non ci è mai stato regalo, ma che abbiamo sempre dovuto conquistarci. Così è stato in Egitto, così sarà con il coronavirus. Vinceremo questa battaglia e ci riconquisteremo la nostra libertà”.
Oltre a loro, altri personaggi di spicco hanno dato il loro contributo leggendo alcuni brani della Haggadah. Tra loro la modella Bar Refaeli, il campione olimpionico Ori Sasson, la giornalista Ilana Dayan e l’attrice Rivka Michaeli, che ha festeggiato in diretta nazionale i suoi 82 anni. Anche i sindaci delle città più grandi del paese hanno rivolto i loro auguri ai cittadini israeliani, garantendo loro di fare tutto il possibile affinché questo periodo di crisi possa giungere presto al suo termine.
A chiudere il Seder invece, un filmato che ha fatto sorridere tutti: i più grandi cantanti del paese si sono ritrovati sui social per cantare insieme “Echad mi Yodea”, meglio conosciuto in italiano come “Chi sapesse, chi intendesse”. Ognuno di loro ha cantato una strofa e tutti insieme hanno concluso “Uno Dio in cielo è, uno fu e uno è”.