di Nathan Greppi
I Filistei, popolo citato più volte nel Tanakh, sono un popolo avvolto nel mistero per tanto tempo, in quanto hanno lasciato molti cimeli di ceramica ma non si è mai riuscito a trovare grandi tracce biologiche. Fino al 2013.
Nel 2013, infatti, gli archeologi che scavavano nei siti intorno alla città di Ashkelon hanno scoperto quello che secondo loro è il primo cimitero filisteo mai rinvenuto, dissotterrando i resti di più di 200 persone. Tale scoperta è stata infine resa pubblica Domenica, e ha posto fine a 30 anni di scavi da parte della Spedizione Leon Levy, un team di archeologi provenienti dall’Università di Harvard, dal Boston College, dal Wheaton College dell’Illinois e dalla Troy University dell’Alabama.
Secondo Ynetnews il team ha iniziato ad analizzare il DNA nelle ossa ritrovate nel cimitero con numerosi test, tra cui quello del radiocarbonio, datando i resti tra il XI e l’XIII secolo a.e.v., nel tentativo di risolvere un dibattito sulle origini geografiche dei filistei. Gli archeologi hanno dichiarato di non aver ancora raggiunto una conclusione, e che stanno approfittando dei recenti sviluppi nel testare il DNA per ottenere risultati più
“Dopo decenni passati a studiare ciò che i Filistei si sono lasciati dietro, ci siamo finalmente ritrovati faccia a faccia con il popolo stesso” ha dichiarato Daniel M. Master, professore di archeologia al Wheaton College e uno dei capi della spedizione. “Con questa scoperte siamo vicini a svelare i segreti delle loro origini”. Ha continuato affermando che negli anni precedenti erano già stati trovati alcuni resti umani, ma non erano sufficienti per raggiungere delle conclusioni.
Come ha spiegato Masters, gli archeologi hanno mantenuto segreta la scoperta per tre anni fino alla fine degli scavi per un singolare rischio nell’Israele di oggi: non volevano suscitare le proteste degli ebrei ultraortodossi. “Abbiamo dovuto morderci la lingua per molto tempo” ha detto. In passato, gli ultraortodossi hanno organizzato manifestazioni contro gli scavi quando venivano trovati resti umani, perché secondo loro potevano essere corpi di ebrei, e dissotterrarli è considerato un tabù. La stessa Spedizione Leon Levy ha dovuto confrontarsi con i dimostranti negli anni ’90, durante gli scavi di un cimitero Canaaneo.
Nel Tanakh i Filistei erano dipinti come l’antica nemesi del Popolo d’Israele, un popolo straniero che era emigrato dall’Oriente e si era insediato in cinque città, che oggi si trovano tra il Sud d’Israele e la Striscia di Gaza. Il filisteo più famoso era Golia, il guerriero che venne sconfitto da Re Davide. Dai Filistei deriva il termine “Palestina”, con il quale i Romani chiamarono la regione nel II secolo e.v., e che viene usato oggi per identificare gli arabi palestinesi.
Molti archeologi e studiosi della Bibbia hanno sostenuto per tanto tempo che i filistei siano venuti dall’Egeo, ma hanno formulato varie teorie su quale area dell’Egeo fosse stata il loro punto di partenza: dalla penisola ellenica, dalle isole di Creta o Cipro o dall’Anatolia? Secondo Yossi Garfinkel, un archeologo israeliano specializzato su quel periodo storico, le ossa potrebbero fornirci la risposta. Egli ha infatti definito il cimitero “una scoperta veramente significativa”.
Gli scavi del cimitero hanno anche portato alla luce i metodi di sepoltura dei filistei. Essi seppellivano i defunti con bottiglie di profumo, posizionate vicino alla faccia. Vicino alle gambe vi erano giare che dovevano contenere olio, vino o cibo. In alcuni casi, gli archeologi hanno scoperto dei corpi che indossavano collane, braccialetti, orecchini e anelli. Alcuni guerrieri venivano sepolti anche con le loro armi.
“Questo è il modo in cui i filistei trattavano i loro morti, e questa è la chiave per decodificare tutto” ha detto l’archeologo Adam Aja, che ha partecipato agli scavi.