A Ramallah, migliaia di manifestanti invocano la distruzione di Israele

Israele

di Nathan Greppi

ramallah-manifestazioneNel corso dell’ultima settimana, migliaia di palestinesi hanno marciato per le strade di Ramallah urlando di voler “liberare la Palestina dal Fiume (Giordano) al Mare (Mediterraneo)” e di voler cancellare lo Stato d’Israele per instaurare al suo posto un califfato islamico.

Secondo Arutz Sheva, la manifestazione è stata autorizzata dall’Autorità Palestinese, proprio quando il suo leader, Abu Mazen, sta preparando un incontro con il presidente USA Donald Trump previsto per la prossima settimana a Washington. Hossam Zamlot, rappresentante dell’Autorità a Washington, ha affermato che Abbas incontrerà Trump per “il suo impegno nel portare una pace giusta ed  equa al fine di riconoscere i diritti del popolo palestinese.”

Tuttavia, questa idea non risulta coerente con quanto succede a Ramallah. Il movimento che ha dato il via alla manifestazione, Hizb ut Tahrir,  non solo nega a Israele il diritto di esistere, ma in più è contrario alla struttura laica del governo di Abu Mazen e vorrebbe cancellarla introducendo la Sharia. Il movimento ha organizzato la marcia proprio durante il 93° anniversario dell’abolizione della teocrazia in Turchia, avvenuta nel 1924.

In un articolo per il sito americano Gatestone Institute, il giornalista Bassam Tawil ha descritto la marcia con questi termini: “Uno dopo l’altro, i capi di Hizb ut Tahrir sono usciti fuori a Ramallah […] per affermare la necessità di ‘liberare tutta la Palestina’ e ripristinare il Califfato Islamico. Uno di loro, il Dott. Maher Ja’bari, ha detto che ‘Il Califfato Islamico verrà restaurato solo quando la Palestina verrà totalmente liberata […] La questione del califfato ha unito la nazione e pone le fondamenta per la liberazione della Palestina e l’imposizione della Sharia a tutti i musulmani sotto un unico capo.”

Tawil ha aggiunto che la marcia del movimento, “la quale raccoglie migliaia di palestinesi ogni anno, è solo un altra prova della crescente influenza di gruppi islamici radicali tra i palestinesi. In molti modi, è difficile trovare una differenza tra Hamas, l’ISIS, la Jihad Islamica e Hizb ut Tahrir. Condividono tutti lo stesso obiettivo: l’eliminazione di Israele e l’instaurazione di un regime islamico dove i non musulmani (dhimmi) vivranno come una minoranza e pagheranno la Jizya, la tassa emanata dai paesi islamici sui non musulmani che ci vivono.”

Tawil conclude affermando che questo tipo di manifestazioni istigano le generazioni più giovani a glorificare il jihad e a odiare Israele, e che “la pretesa di Abbas di trovare una pace giusta ed equa con Israele è smentita nella pratica da un fatto dopo l’altro.”