Ariel Sharon emulo di Charles de Gaulle?
Ci sarà uno sharonismo come un gollismo in Francia?
Le premesse: un generale carismatico e imperioso e che, forte della sua aura di guerriero, potrebbe guidare il suo popolo sulla strada della pace a prezzo di concessioni di cui non lo si sarebbe creduto capace; un animale politico la cui sola popolarità personale fa da cemento per un nuovo partito che sta dominando il paesaggio politico israeliano rifatto da cima a fondo?
È troppo presto per dirlo. Sharon ha chiamato il suo nuovo partito Avanti (Kadima in ebraico), senza però dire “avanti dove?”. Vuole isolare i suoi avversari dellultra destra e far presa sullelettorato centrista e laburista, per avere le mani libere sulla questione palestinese.
Vuole imporre ai palestinesi una separazione unilaterale, simboleggiata dal muro, che non lascerebbe loro che una briciola di territorio?
Oppure vuole riprendere i negoziati seguendo la road map, per andare verso la creazione di uno Stato palestinese politicamente realizzabile, a prezzo di concessioni territoriali terribilmente dolorose, sul modello dellaccordo non concluso sponsorizzato cinque anni fa da Clinton?
Il molto pragmatico Sharon forse non sa neppure lui esattamente dove andrà.
Il destino dello sharonismo dipenderà dalle elezioni di marzo, ma anche dai palestinesi. Come minimo vuole liberare Israele dalla morsa dellideologia della Grande Israele e creare così una possibilità di pace.
(Libération)