Shimon Peres, tre volte primo ministro, per più di quindici anni leader del partito laburista israeliano è il nuovo presidente dello Stato di Israele. Corona in questo modo una carriera politica che lo ha visto per decenni protagonista sulla scena internazionale; è stato acclamato come il politico israeliano più stimato all’estero, nonostante le numerose sconfitte subite in patria, dove spesso è stato accusato di rappresentare la vecchia élite ashkenazita incapace di comprendere a fondo gli umori e le necessità dell’elettorato sefardita.
Diventa presidente dopo lo scandalo sessuale che ha travolto Moshe Katzav, accusato di molestie e violenza ai danni di alcune donne del suo staff.
Nato in Polonia nel 1923, Peres, a undici anni, si trasferisce insieme alla famiglia in Erez Israel. Trascorre l’adolescenza a Tel Aviv, frequentando la scuola di agraria di Ben Shemen e vivendo per diversi anni nel kibbutz Geva e nel kibbutz Alumot, di cui è uno dei fondatori. L’interesse per l’attività politica lo porta ad essere eletto, nel 1943, segretario del movimento giovanile laburista-sionista.
Durante la guerra d’indipendenza (1948-1949), ricopre l’incarico di capo dei servizi navali e in seguito guida la delegazione del ministero della difesa negli Stati Uniti. Nel 1952, entra al ministero della Difesa e nel 1954 viene nominato direttore generale, un ruolo che manterrà fino al 1959, anno in cui viene eletto membro della Knesset e nominato, dal 1959 al 1965, viceministro della Difesa.
Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta, è a capo di diversi ministeri: nel 1969, è ministro dell’Assimilazione degli immigrati, dal 1970 al 1974, ministro dei Trasporti e delle comunicazioni e nel 1974 ministro dell’Informazione. Successivamente ricopre l’incarico di ministro della Difesa nei tre anni successivi alla guerra dello Yom Kippur (1973), anni in cui prende parte ai negoziati che portarono all’accordo del 1975 con l’Egitto e formula il concetto di “giusto baluardo” promovendo positive relazioni con i residenti nel sud del Libano, e coopera all’operazione di salvataggio dei passeggeri israeliani tenuti in ostaggio da dei terroristi palestinesi all’aeroporto di Entebbe, in Uganda, nel 1976.
Nel 1977, in seguito alle dimissioni da primo ministro di Yitzhak Rabin, diviene incaricato primo ministro per le tre settimane precedenti le elezioni generali. In tali elezioni, dopo trent’anni di egemonia politica, il partito laburista viene sconfitto dalla destra e Peres viene chiamato a sostituire Rabin nell’incarico di leader del partito, che manterrà fino al 1992.
Diventa primo ministro durante il governo di coalizione partito laburista – Likud (1984 – 1990).
Con il ritorno al potere del partito laburista dopo le elezioni del 1992, viene di nuovo eletto ministro degli Affari esteri. E’ tra i protagonosti degli accordi di Oslo dell’agosto 1993 e il 13 settembre è a Washington per la firma della Dichiarazione dei Principi che, tra l’altro, farà assegnare a Peres, il 4 maggio 1994 insieme a Rabin e a Yasser Arafat, il premio Nobel per la pace.
Lo stesso anno Israele e l’Olp concludono l’accordo sul ritiro dalla striscia di Gaza e da alcune aree della Giudea e della Samaria (Gerico), il 29 agosto quello sul Preliminare trasferimento di poteri e responsabilità ai palestinesi, e il 26 ottobre Israele e la Giordania siglano un accordo di pace.
In seguito all’assassinio di Yitzhak Rabin, avvenuto a Tel Aviv il 4 novembre 1995, Peres viene nuovamente chiamato a ricoprire l’incarico di primo ministro con un voto di fiducia della Knesset. Rimane in carica nei sette mesi che precedono le elezioni generali del maggio 1996, continuando a perseguire l’obiettivo della pace tra Israele e popolo palestinese, nonostante la violenta scossa inferta al negoziato dagli attentati suicidi di terroristi palestinesi verificatisi il 25 febbraio ed il 3 e 4 marzo, a Gerusalemme e Tel Aviv.
Nel 1996 – nelle prime elezioni libere per primo ministro tenute in Israele – perde contro il rappresentante del Likud Benjamin Netanyahu. Rimane comunque leader del partito laburista per un altro anno, fino al giugno 1997, data in cui viene eletto al suo posto Ehud Barak.
Nel 1999 viene nominato ministro della Cooperazione regionale.
È a tutt’oggi membro della Knesset e partecipa attivamente alle iniziative dell’Istituto per la ricerca della pace, fondato in suo onore.