di Pietro Baragiola
IDF ha pubblicamente accusato Hezbollah di aver violato il cessate il fuoco in Libano, Sabato 31 novembre, dopo che il gruppo terroristico ha lanciato due mortai nella zona del Monte Dov.
Hezbollah ha risposto prontamente a queste accuse, affermando di aver lanciato i mortai come ‘un avvertimento iniziale contro Israele per la continua violazione dello spazio aereo libanese’ e facendo riferimento ai droni israeliani in volo su Beirut.
“L’attacco di Hezbollah sul Monte Dov costituisce una grave violazione del cessate il fuoco e Israele risponderà con fermezza” ha dichiarato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un post sul proprio profilo X. “Siamo determinati a continuare a far rispettare la tregua.”
Anche il ministro della Difesa Israel Katz ha previsto una ‘risposta dura’, scrivendo su X che Israele ‘ha promesso di agire contro qualsiasi violazione del cessate il fuoco da parte di Hezbollah’.
Questo attacco è stato il primo dall’inizio della tregua con il Libano, entrata in vigore mercoledì 27 novembre e concepita per porre fine a quasi 14 mesi di combattimenti iniziati da Hezbollah.
La risposta di Israele
Nella giornata di lunedì l’IDF ha rilasciato un comunicato in cui ha dichiarato di aver colpito diversi veicoli militari che operavano in un impianto di produzione di missili di Hezbollah nella Valle della Beqa’, oltre ad aver eliminato il lanciatore utilizzato per sparare i due mortai e aver bersagliato ripetutamente numerose infrastrutture dell’organizzazione terroristica.
La radio siriana Sham FM ha riferito lunedì sera che una serie di attacchi aerei israeliani ha preso di mira anche i valichi di frontiera tra Libano e Siria nella zona di Al-Qusayr. L’IDF aveva già bombardato questi valichi in passato, affermando che venivano utilizzati da Hezbollah per contrabbandare armi iraniane in Libano.
“L’IDF è dispiegato nel sud del Libano e agisce contro qualsiasi minaccia che metta in pericolo lo Stato di Israele” ribadisce il comunicato delle Forze di Difesa Israeliane. “Ora esigiamo che le parti interessate in Libano adempiano alle loro responsabilità e impediscano l’attività ostile di Hezbollah all’interno del proprio territorio”.
Nonostante gli attacchi continuino da entrambe le parti, i funzionari statunitensi hanno affermato che il cessate il fuoco rimane valido e in vigore.
La reazione degli Stati Uniti
Parlando con diversi giornalisti a bordo dell’Air Force One, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby ha affermato lunedì che ‘questi scontri sporadici in Libano erano previsti’.
“È comunque meno rispetto alle centinaia di attacchi missilistici di Hezbollah e ai numerosi contrattacchi israeliani che hanno avuto luogo prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco” ha affermato il portavoce della Casa Bianca.
Kirby ha spiegato che il cessate il fuoco in Libano ha permesso l’applicazione di un meccanismo di risposta a crisi di questo tipo e che è già entrato in vigore inviando un generale dell’esercito americano all’ambasciata statunitense di Beirut per lavorare ad una soluzione insieme con il rappresentante civile Amos Hochstein.
“Israele e Libano rimangono impegnati nel cessate il fuoco ma bisogna considerare che questo è in vigore da solamente una settimana e c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che venga costantemente rispettato” ha spiegato Kirby.
Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller, gli Stati Uniti stanno ora valutando le accuse ricevute da entrambe le parti per capire chi sia davvero il responsabile: “è quello che ci impegniamo a fare nei prossimi giorni e mesi”.
Nel frattempo, la Francia ha accusato Israele di non aver seguito i canali appropriati per riferire le trasgressioni del gruppo terroristico libanese, come richiesto dai termini dell’accordo.
“C’è bisogno che tutte le parti rispettino il cessate il fuoco” ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot al suo collega israeliano Gideon Sa’ar.
Sa’ar ha risposto sostenendo che Israele non sta violando i termini della tregua ma li sta invece facendo rispettare con prontezza per fermare la minaccia reale degli agenti di Hezbollah che continuano a camminare armati a sud del fiume Litani.
Secondo l’accordo sostenuto dagli Stati Uniti, le forze di Hezbollah devono lasciare il Libano meridionale e smantellare le proprie infrastrutture militari e Israele ha il diritto di rispondere a qualsiasi violazione di questo tipo.
“Non accetteremo un ritorno alla situazione prebellica in Libano” ha affermato Katz, durante una visita alle aree di confine settentrionali, avvertendo che se il cessate il fuoco dovesse crollare, lo Stato libanese non sarà più esente dalle colpe per gli attacchi. “Se finora abbiamo fatto una distinzione tra lo Stato libanese e Hezbollah, e tra Beirut nel suo complesso e Dahieh, roccaforte di Hezbollah, non faremo più così.”
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