di
La compagnia israeliana SodaStream si è offerta di assumere 200 rifugiati siriani nella sua nuova fabbrica nel deserto del Negev. In un comunicato SodaStream e il sindaco di Rahat, località beduina in cui si trova la fabbrica hanno dichiarato di poter accogliere fino a 200 famiglie, e dove vive il 30% dei 1100 lavoratori della fabbrica.
“Come figlio di sopravvissuti alla Shoah, mi rifiuto di stare fermo e osservare questa tragedia umana che si sta svolgendo così vicino in Siria”, ha dichiarato il ceo di SodaStream Daniel Birnbaum a Times of Israel-. Così come abbiamo sempre cercato di fare del meglio per i nostri fratelli e sorelle in Cisgiordania, oggi è arrivato il momento per le aziende locali e le istituzioni di aiutare i bisognosi della crisi siriana. Non possiamo aspettarci che i nostri politici si accollino l’intero impegno nel fornire aiuto ai rifugiati”.
All’inizio del mese il primo ministro Netanyahu aveva dichiarato che Israele non poteva accogliere dei rifugiato dalla Siria, spiegando che nonostante lo Stato Ebraico non fosse affatto insensibile alla tragedia, non aveva la capacità di assorbire masse di persone.
Ora un impegno concreto arriva invece da SodaStream, azienda che era stata al centro di polemiche sollevate dal movimento Bds a causa delle sue fabbriche in Cisgiordania, che aveva poi dovuto chiudere, spostando la propria attività nel sud del paese.
Ricordiamo che la Siria è formalmente in guerra con Israele.