di David Fiorentini
I sopravvissuti al massacro del Nova Music Festival insieme alle famiglie delle vittime assassinate dai terroristi di Hamas hanno fatto causa all’agenzia di stampa Associated Press (AP) per sostegno al terrorismo.
Secondo il National Jewish Advocacy Center (NJAC), che rappresenta le vittime, “AP ha sostenuto materialmente il terrorismo attraverso pagamenti effettuati ad agenti noti di Hamas”.
Nella fattispecie, l’accusa consiste nell’aver sfruttato alcuni reporter freelance affiliati ad Hamas per ottenere fotografie in diretta degli attacchi del 7 ottobre, implicando inoltre che potessero essere già a conoscenza della data dell’invasione.
“Non c’è dubbio che i fotografi dell’AP abbiano partecipato al massacro del 7 ottobre e che l’AP lo sapesse”, afferma il comunicato del NJAC, “le persone che stavano pagando erano affiliati di lunga data di Hamas e partecipanti a pieno titolo all’attacco terroristico che stavano anche documentando”.
Al momento i quattro freelance identificati sono Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud e Hatem Ali, i quali avrebbero scattato alcune delle prime immagini degli attacchi di Hamas all’alba del sabato. In particolare, è finito sotto la lente di ingrandimento Hassan Eslaiah, dopo che è emersa una sua fotografia del 9 gennaio 2020 insieme al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar.
In risposta, l’AP ha emesso un comunicato stampa negando fermamente il coinvolgimento negli attacchi e di esserne stato a conoscenza prima del 7 ottobre.
“Le prime foto ricevute dall’AP da qualsiasi freelance mostrano che sono state scattate più di un’ora dopo l’inizio degli attacchi”, ha dichiarato Lauren Easton, vicepresidente delle comunicazioni aziendali dell’AP. “Nessun membro del personale dell’AP era al confine al momento degli attacchi, né alcun membro del personale dell’AP ha attraversato il confine in alcun momento.”
Riguardo ai reporter citati invece: “Non stiamo più lavorando con Hassan Eslaiah, che era stato un freelance occasionale per l’AP e altre agenzie di stampa internazionali a Gaza”, ha concluso Easton.
Tra gli altri giornalisti sotto accusa, recentemente proprio Yousef Masoud, insieme al suo collega Samar Abu Elouf, ha vinto il George Polk Award dell’Università di Long Island per il suo reportage del conflitto a Gaza. Tanto che anche il suo editore, il New York Times, ha preso le sue difese liquidando le accuse come “vaghe”.