Storie di Mafia in salsa israeliana: noto boss rifiuta di testimoniare contro un rivale

Israele

di Nathan Greppi

rosenstein
Ze’ev Rosenstein

In un dibattito avvenuto a Tel Aviv nel febbraio 2009, Roberto Saviano metteva in guardia gli israeliani dal problema del crimine organizzato, poiché secondo lui avevano trascurato per troppo tempo questo problema per concentrarsi sul terrorismo arabo. Domenica 26 marzo, circa otto anni dopo, i due capiclan più temuti del paese hanno ricominciato a far parlare di sé per una storia talmente surreale che sembra ispirata a un film.

Come riporta Ynetnews, domenica mattina erano stati convocati, alla Corte Distrettuale di Tel Aviv, i boss Ze’ev Rosenstein e Yitzhak Abergil; Rosenstein, che dal 2006 sta scontando una condanna di 12 anni per traffico di ecstasy, avrebbe dovuto testimoniare contro il capo della Famiglia Abergil, tra le più potenti del paese, che ha cercato più volte di farlo uccidere; in particolare, la loro faida ricevette una particolare attenzione da parte dei media locali dopo che l’11 dicembre 2003 gli Abergil misero una bomba in un negozio di Tel Aviv per tentare di uccidere Rosenstein, che però rimase illeso. Al suo posto, tre persone morirono e altre diciotto rimasero ferite.

Yitzhak Abergil
Yitzhak Abergil

Tuttavia, quando entrambi sono stati portati in aula con tutte le misure di sicurezza, Rosenstein si è rifiutato di rispondere alle domande dell’accusa: “Tutto ciò che avevo da dire l’ho detto alla polizia. Non ricordo. Non ho niente da aggiungere anche se ciò danneggia la mia buona condotta.” Ha dichiarato. Alla luce del suo rifiuto, il giudice lo ha ritenuto un testimone inaffidabile, mettendo in dubbio anche la credibilità di sue affermazioni fatte in precedenza alla polizia. Quando gli è stato chiesto se aveva paura di testimoniare, ha risposto: “Non ho paura di nessuno. Solo di Dio.”

Secondo le fonti della polizia, Yitzhak Abergil ha cercato di far uccidere Rosenstein perché convinto che questi, assieme alle Famiglie Ohana e Abutbul, fosse responsabile dell’omicidio di suo fratello Ya’akov, avvenuta nel 2002. Come risultato, la sua famiglia ha ordinato la morte dei criminali Felix Abutbul e Hananya Ohana.